Vecchi vizi

Così il Centro servizi di Apple è muto. Per sole otto ore, ma si sa che chi ha un problema all’iPhone o non riesce a ricaricare l’iPad entra in un limbo da sospensione dell’esistenza, misura del fanatismo e della passività che ci colgono nel rapporto con oggetti che creano dipendenza.

E il Centro servizi al parco Leonardo di Roma è muto perché gli addetti sono in sciopero. Il call center si è fermato per meno di un giorno, i 450 dipendenti protestano per violazioni dello statuto dei lavoratori. La faccenda non riguarda direttamente Apple, ma la società francese (Teleperformance) che fornisce al colosso di Cupertino i servizi per il pubblico. Ebbene, i lavoratori sono in affitto, hanno potere contrattuale minimo e lamentano una prassi poco etica: dopo un anno non vengono mai riconfermati per non far maturare gli scatti di anzianità. Fra gli altri motivi della vertenza il mancato riconoscimento dei livelli di inquadramento, la mancata concessione delle ferie e dei permessi da contratto, le pressioni per indurre a non rivolgersi al sindacato.

Dopo un lungo periodo di trattativa nei luoghi deputati, Cgil e Cisl hanno deciso di far uscire allo scoperto il problema, che riguarda soprattutto lavoratori part time ricollocati dopo altre esperienze finite male in questa lunga e tormentata stagione di contrazione del mercato.

È bene che Apple - così sollecita a richiamarsi all’etica e al rispetto delle regole tanto da esibirsi in un braccio di ferro con il governo degli Stati Uniti, - venga a conoscenza di tutto ciò. Quanto a noi, non possiamo che trarre una triste conclusione: la new economy mantiene vizi molto old.

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