Torna la 2CV Citroen
«Soleil». Unico esemplare

Torna la mitica 2CV di Citroen, la macchina che «ama il mare, il sole, la gita fuori porta» e che ha fatto la storia della «letteratura» legata alle quattroruote.

E riappare in un edizione restaurata: un solo esemplare che farà bella mostra di sé nei saloni e nel parco auto per la stampa del costruttore transalpino. Citroën Italia, come in una sorta di «mission impossibile» - così è stata definita durante la «prima» di lunedì 11 maggio a Milano - «fa nascere una serie speciale mai nata!».

Sembra un paradosso, ma è la realizzazione di un sogno nel cassetto di un grande artista che ha ricoperto un ruolo importante nella storia della mitica 2CV. Siamo di fronte ad un esemplare unico - si sottolinea - come unica è sempre un’opera d’arte. Due i protagonisti della storia: Serge Gevin, artista, designer, grafico francese, e la 2CV, la «piccola, economica, robusta vettura» ideata da Pierre-Jules Boulanger, a capo di Citroën negli anni Trenta. Boulanger la definì anche così: «Voglio quattro ruote sotto ad un ombrello, capaci di trasportare una coppia di contadini, cinquanta chili di patate ed un paniere di uova attraverso un campo arato. Senza rompere un uovo».

A partire dagli anni Cinquanta la piccola Citroën, uscita di produzione nel 1990, era entrata nel cuore dei francesi e ciascuno la personalizzava secondo il proprio gusto. Questo perché la «Deuche» (contrazione di Deux Chevaux, ovvero Due Cavalli), come era stata soprannominata, non era una semplice autovettura: era una tavolozza su cui disegnare se stessi, i propri sogni, il proprio immaginario. Una tavolozza troppo invitante per non interessare il fantasioso Serge Gevin, titolare dell’agenzia Pink che si occupava dello studio dell’allestimento degli stand Citroën nelle manifestazioni più importanti.

Proprio da un’idea artistica di Serge Gevin nacque, quasi per gioco, la prima serie speciale della 2CV, denominata Spot, la cui carrozzeria bianca-arancio riprendeva i motivi tipici delle sedie da spiaggia. Da questa versione derivò negli anni Ottanta la 2CV Charleston, declinata nelle scale cromatiche nero/giallo, nero/rosso, doppia tonalità di grigio. È rimasta invece nel cassetto dei sogni dell’artista una 2CV davvero particolare, che lo stesso artista ora ripropone: «Deve essere bianca e gialla. La scocca bianca, i parafanghi gialli, così come il cofano posteriore e la capote. I paraurti devono essere bianchi, come le scocche dei fari (rotondi, mi raccomando), bianchi anche i cerchi delle ruote. Sul bagagliaio c’è il disegno di un salvagente e sulle portiere un cappello da marinaio e una pipa. Guardandola, si deve pensare al cielo, al mare, al sole, alla gioia di vivere».

E così è. Ecco la 2CV che rinasce grazie anche all’accurato lavoro di recupero e restauro di Guido Wilhelm che ha mantenuto il 50% dei pezzi originali della vettura. Come ha spiegato il direttore comunicazione e relazioni esterne di Peugeot, Citroen/Ds Italia Eugenio Franzetti. si è partiti da una 2CV Club del 1982 «nel solco della vita di un marchio generalista che ama però differenziare e stilizzare le sue proposte, come avviene per DS». Lo charme della vettura - un mix di tinte gialle e bianche - vuole simboleggiare proprio «un raggio di… Soleil che illumina la lunga e gloriosa storia della piccola Deuche». Bentornata 2CV. La storia dell’auto ti appartiene.

D. V.

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