Sconfitta che fa male
ma ora si pensi a San Siro

Il calcio è meraviglioso ma anche crudele. Si sa, eppure si fa fatica ad accettarne il rovescio della medaglia dopo una partita come quella di ieri. Primo tempo a porta unica, per rispolverare un lessico da oratorio, con l’Udinese frastornata nel frullatore di un’Atalanta che sbuca da tutte le parti, scambia veloce nello stretto, mette in area cross che sembrano rasoiate. Ma sbaglia l’indicibile.

Per la bravura del portiere Karnezis, ma soprattutto per imprecisione dei propri stoccatori. Quando Kurtic colpisce l’incrocio dei pali pensi che sia l’avvertimento del gol imminente. Che ti farebbe esclamare: «Finalmente!». Invece il segnale suona al contrario perché nell’unica folata degli avversari nell’area nerazzurra succede il patatrac che non ti aspetti: eccolo il gol, ma lo segna l’Udinese. Una beffa tremenda, tuttavia la ripresa spiega che il risultato di Atalanta-Udinese 1-3 è una beffa fino a un certo punto. Dopo i primi minuti fotocopia della prima frazione che hanno portato allo strameritato pareggio di Kurtic, i bianconeri, aiutati dalle mosse dell’ottimo Del Neri, sono cresciuti, hanno chiuso gli spazi e hanno cinicamente colpito due volte in contropiede. Anche una squadra tecnica, aggressiva e, per dirla alla Gasperini, di gran cilindrata come l’Atalanta può accusare il colpo psicologico di una domenica tanto contraddittoria, mentre energie e lucidità con il passare dei minuti in quelle condizioni inevitabilmente calano. Non la volontà perché, seppure più disordinatamente, i nerazzurri hanno provato a spingere fino all’ultimo secondo.

Resta il fatto che perdere così fa male, mentre a Torino con la Juve che ti aveva sovrastato ci stava. Ma non ci si aggrappi troppo alla maledizione di Del Neri che da quando ha lasciato Bergamo le suona sempre all’Atalanta. Che deve prendersela con se stessa per essersi fatta scappare di mano una gara che si profilava devastante ai danni dell’Udinese: il tiro al bersaglio dei primi 45 minuti poteva preludere a una goleada. Invece è successo quel che i saggi cominciavano a temere: «Occhio, queste partite sono bastarde, finisci per perderle». Eppure anche aver perso in casa con una squadra normale come l’Udinese non ci preoccupa più di tanto: l’Atalanta non ha smarrito la via del gioco. Il primo tempo di ieri è stato comunque uno spettacolo. Ora si va nella tana del Milan. Sarà un altro match. Niente paura ma attenzione e consapevolezza della propria forza.

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