Superata la numero 1
il trofeo è possibile

Se anche un vecchio leone come il Domingo si sbilancia a dire che questa Atalanta può vincere la Coppa Italia, significa che la febbre nerazzurra è più contagiosa del consueto, puntuale, virus invernale. Ma non è soltanto questione di passione, di tifo.

Chi vive (o ha vissuto) il calcio è il primo a vedere la realtà di questa squadra che quando è sul pezzo – quando non divide in due la partita tra un tempo buono e uno sbagliato, quando recita senza balbettare il proprio copione che sa a memoria – se la gioca alla pari con tutte le avversarie, grandi comprese. Perché ormai fa sempre più parte di quell’élite. Non più da intrusa, non più da sorpresa. L’Atalanta, se c’era bisogno di una conferma, è oggi una big in Italia (o poco ci manca) e, se il buongiorno si vede dalla fase a gironi, rischia di diventarlo anche in Europa League (che bello questo genere di rischio). Non certo per i fatturati o gli stipendi dei suoi tesserati, ma sul campo e nell’organizzazione societaria sì. Lo scivolone in campionato con il Cagliari fa storcere il naso? Capita anche a chi è più bravo dei nerazzurri. Capaci di correre, e con quale passo, su tre fronti (campionato, Coppa Italia e coppa europea). Come solo i migliori sanno fare.

La consapevolezza della forza dell’Atalanta emerge immediatamente dopo una sfida già dalle parole degli avversari. Avete notato che l’altra sera Sarri non si è scandalizzato con i suoi uomini per aver perso contro Gasperini e una rivale che di provinciale oggi ha solo la provenienza geografica? Sa per primo che l’Atalanta ormai è un bruttissimo cliente, ha ricordato quanto il suo gioco ogni volta «infastidisca» quello del Napoli. Ha ricordato quanto sia difficile affrontarla l’Atalanta. Se l’è presa con la mancanza di concentrazione della propria squadra. Perché l’Atalanta merita la stessa attenzione della Juve o dell’Inter. L’Atalanta ha superato i quarti di finale battendo la capolista della serie A, la numero uno come dicono i numeri. E i numeri non sono opinioni.

Superati i primi della classe, a maggior ragione nessuno può far paura. Con questo non significa che l’Atalanta abbia ora moltissime probabilità di vincere veramente la Coppa Italia. Il trionfo di Napoli non ci ha tolto il senso della misura, ma è un dato di fatto che ha avvicinato i nerazzurri al traguardo e che ora la doppia sfida di semifinale (con una partita in casa) diventa interessante. Un Everest penseranno i più realisti, dal momento che ci tocca la Juve. Ma in questa terra di montanari il piemontese Gasp ha insegnato ai suoi giocatori a scalare montagne che parevano insormontabili.

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