Vettel, la Ferrari che vince
e il cuore che batte in un F1

Mentre – nella pausa della serie A che ha lasciato il campo alle nazionali e tornerà a tener banco nel prossimo fine settimana – si ragionava dello sprint di primavera che attende l’Atalanta lanciata verso l’Europa League, è entrato in redazione il rombo della Ferrari che torna a vincere dopo 27 gare di digiuno e 18 mesi (l’ultimo trionfo risaliva a Singapore, il 20 settembre 2015, ancora con Sebastian Vettel al volante).

I più puristi e romantici, nell’interpretare lo sport e i suoi protagonisti, sostengono a volte che i motori non possono regalare emozioni come quelle prodotte dalla forza di gambe o braccia, da quell’unico formidabile propulsore che è il cuore umano. La gioia del pilota tedesco, di tutto il Cavallino e del suo popolo, rispondono che sarebbe ingiusto e persino contro l’evidenza considerare eroi minori i campioni che rischiano la vita a trecento all’ora per salire su un podio. Tra autorità sportive e politiche, ieri è stato un applauso unanime all’esordio ruggente della Ferrari nel Mondiale 2017 di Formula 1 . Tanto per dire il peso, non solo mediatico, di quella leggenda tutta italiana (telai e motori, e metteteci anche la ciliegina dei freni Brembo bergamaschi) che lavora a Maranello per sfrecciare sulle piste e sui mercati del mondo.

Leggenda ma anche eccellenza – in termini di progettualità, di tecnologia, di efficienza di un’impresa e di un team, di bellezza –, parola che ogni tanto fa bene ascoltare in un Paese che in troppi campi della vita quotidiana fatica invece a prendere i giri giusti e a trovare l’aerodinamica per cambiare passo. Nelle parole di Vettel trasmesse via radio al box c’è tutto: «Fantastico, grazie ragazzi, questa è per tutti noi, grande lavoro, grande macchina. Forza Ferrari». Il talento del tedesco unito al prodotto di un’équipe unica – che sfida e ora precede una superpotenza mondiale dell’auto come la Mercedes –, la strategia che in passato aveva steccato più di una volta e ieri è stata perfetta: può essere emozionante, eccome. Dentro quella macchina rossa ci sono anime, battono cuori. Ora, però, finita la sbornia australiana, si abbassi il volume del trionfalismo. Siamo solo all’inizio, sarà la continuità a certificare la forza del Cavallino. Dice: attenti perché i tedeschi arrivano sempre in fondo. Appunto, chi guida la Ferrari?...

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