Fastidiosa telefonata
che strappa dall’oblio

A Patrick Modiano, francese, lo scorso anno venne attribuito il premio Nobel. Modiano è un narratore, come narratrice era la Nobel precedente, Alice Munro. Anche Modiano, come la canadese Munro, predilige la narrativa agile, non scrive romanzoni.

Facile dire che a tutti e due interessa la qualità, non la quantità. In questi giorni Einaudi pubblica l’ultimo romanzo di Patrick Modiano, «Perché tu non ti perda nel quartiere», che riprende il filo rosso della narrativa dello scrittore di lontane radici italiane, il tema della memoria di persone perdute che si legano strettamente ai luoghi di una vita. Anche in Modiano, un po’ come accade in Simenon, l’indagine riveste un aspetto importante nella costruzione delle trame, sempre legate a situazioni della vita comune, di gente «normale».

Era fondata su un’indagine la trama di «Dora Bruder», ragazza ebrea francese scomparsa durante la Seconda guerra mondiale a causa dei rastrellamenti tedeschi. È basato su un’indagine anche questo nuovo romanzo breve, il cui protagonista è uno scrittore parigino sulla settantina (in questo piuttosto autobiografico, Modiano ha 69 anni) che vive ormai del tutto appartato dal mondo.

Un giorno squilla il telefono in casa. Un disturbo. «Quasi niente. Come una puntura d’insetto che all’inizio ti sembra molto lieve. O perlomeno è quello che ti ripeti sottovoce per rassicurarti». La telefonata è la puntura d’insetto. Lo scrittore alla fine risponde, un uomo gli parla dall’altro capo del filo: ha ritrovato un taccuino di indirizzi che Jean Daragane, lo scrittore, aveva smarrito alcune settimane prima.

Un taccuino pieno di nomi e numeri telefonici. Del tutto inutili, pensa Daragane, perché i numeri importanti restano nella memoria. Gli altri non servono. Ma è anche vero che a quei numeri importanti ormai non risponde più nessuno. La vita se li è portati via. Il meccanismo della storia è innescato, lo scrittore e l’uomo si incontrano ed ecco la seconda svolta. Lo sconosciuto chiede notizie riguardo a una persona il cui nome sta nel taccuino. Perché vuole sapere? Chi era questa persona? E perché quest’uomo viene a chiedere informazioni?

Ma soprattutto: come rispondere? Restarsene lontani dal mondo, a cullarsi nell’oblio, oppure affrontare le ombre del passato, nomi e voci che costituiscono la trama della sua esistenza? Una lettura che con gradualità coinvolge nel senso intimo, essenziale, di una vita.
Paolo Aresi

© RIPRODUZIONE RISERVATA