L’artigianalità al top con Ravels
Da Romano la storia di Elena

La sua mamma faceva la magliaia e le ha insegnato tutti i segreti del mestiere tanto che a 16 anni sapeva già confezionare maglioni. Elena Fornari, di Romano, è una che è «cresciuta – come dice lei – in mezzo alle lane».

E la tradizione non mente e soprattutto non si perde: prima con il suo laboratorio, aperto per rispondere ai clienti e per un’economia che negli anni Novanta vedeva la Bassa Bergamasca ricca di un tessuto artigianale e manifatturiero, ora per seguire un progetto made in Italy dal piglio giovane e dinamico, ma soprattutto dalle grandi speranze e dagli obiettivi internazionali. È il brand Ravels, «intrecci» in inglese, che nasce dall’estro di Alberto Lanzoni e viene prodotto proprio dalle mani veloci di Elena. Che nel 2000 ha chiuso bottega, causa la crisi del settore, per riprendere ora a sognare tra colori e trame, lane e modelli sempre diversi.

Del resto Alberto è della provincia di Cremona, al confine con la Bergamasca, «e sapevo bene che terra produttiva è sempre stata quella di Elena». E cosi la scova e inizia a lavorare con lei. Prima solo una collezione maschile, poi si parte con la donna e col «su misura». Un percorso circolare anche quello di Alberto: come Elena è tornata a far la magliaia, lui è tornato al primo amore, il tessuto, dopo anni di esperienza come buyer di Prada e Diesel.

Ora guarda alle linee delle sue maglie che prendono forma a Romano: «Mica taglia e cuci, tutto calato a mano: ho quattro macchine e lavoro solo per Ravels, un impegno che richiede specializzazione ed esperienza». Un lavoro che sta andando perso e che è ricco di storia, sempre più mirato verso la personalizzazione e l’attenzione ai materiali. «Anche io mi sono messo in gioco - sorride Alberto -. Dopo anni di lavoro in grandi maison del lusso, sono volato fino a Brighton per fare un corso intensivo da magliaio. Tornato in Italia ho iniziato l’avventura di Ravels, aprendo nel 2012 il primo negozio a Milano, in via Solari».

Linee pulite, colori e filati di qualità: tutto made in Italy, dallo stile minimal ma giocando con i colori, sempre diversi, tra geometrie e forme originali. «Mi piace sperimentare tra cotone e seta, lana merino, alpaca e cashmere» spiega ancora Alberto che ha esportato i suoi intrecci variopinti anche a Taiwan. Con la soddisfazione e l’esperienza che arriva da Romano.

© RIPRODUZIONE RISERVATA