Quel divorzio breve
Forse troppo breve

La notizia è arrivata settimana scorsa. E forse è passata inosservata o è andata in secondo piano. In Italia sarà più facile ottenere il divorzio.

Sei mesi se l’accordo è consensuale e un anno se si decide di ricorrere al giudice. Per chi non fa ne il giudice ne il politico, come il sottoscritto, ma semplicemente il parroco, non è proprio una bella notizia. Infatti per chi, con una certa frequenza, ascolta storie di coppie che stanno vivendo momenti di difficoltà non è proprio una notizia esaltante. Non sto a dire tutte le motivazioni e le ragioni di ordine pastorale, etico, religioso, sociale… Mi limito a dire solamente che in un arco di tempo così ristretto non c’è tempo di riflettere su ciò che sta accadendo nella vita di una copia e di arrivare successivamente ad una decisone ponderata, qualsiasi essa sia.

Si rischia di chiudere una storia in fretta, senza guardare a ciò che umanamente è accaduto dentro la vita di due persone che ad un certo punto hanno deciso di «mettere su casa» insieme. Non c’è il tempo necessario per fare un lavoro di accompagnamento e di ri-significazione di un vissuto che magari necessità di ri-appropriazione e di ri-motivazione.

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