Restiamo umani
Immigrati e demagogia

«Chiediamo perdono per le persone e le istituzioni che chiudono la porta» in faccia ai profughi, fratelli e sorelle che cercano una casa dove poter vivere senza timore”.

È chiaro e preciso l’invito che papa Francesco ha pronunciato nel corso dell’udienza generale di mercoledì 17 a san Pietro, in vista della Giornata mondiale del rifugiato promossa dall’Onu, che si celebrerà sabato. Nel giorno in cui l’Ungheria ha annuncia che costruirà una barriera alta quattro metri lungo i 175 chilometri di confine con la Serbia per fermare il flusso di clandestini, il monito di Papa Francesco sui migranti non lascia indifferenti. Al punto che Salvini gli ha risposto quasi subito:«Noi non abbiamo bisogno di essere perdonati», ha sbottato su Radio Padania. Ha poi ribadito che «i rifugiati sono un quarto degli immigrati che arrivano» e e ironizzato: «Quanti rifugiati ci sono in Vaticano? Sono curioso di vedere se il Papa a Torino incontrerà qualche sfrattato torinese».

Domenica scorsa in un bellissimo articolo su La Repubblica Adriano Sofri ha ricordato quella che, per tutti, dovrebbe essere la nostra stella, il nostro comandamento: restare umani. I migranti sono il nostro prossimo. Cercano la nostra mano per mettersi in salvo sulle nostre navi, per sbarcare sulla nostra terra. Questo è quanto.

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