L’ex gasometro
e il sussulto Inps

Pare che persino all’Inps abbiano avuto un piccolo sussulto. Che, insomma, questa storia stava diventando davvero insostenibile da ogni punto di vista. Che va bene essere un Moloch di quelli impermeabili a tutto, ma alla fine c’è comunque un limite.

E quello di nostro signore della previdenza ha le dimensioni dei 12 mila metri quadri dell’ex gasometro: una vergogna tutta italiana. Una distesa incolta a pochi passi dal centro, tra le vie don Bosco e Gavazzeni, alla Malpensata: comprata nel 1992 al modico prezzo di 6 miliardi di vecchie lire (soldi nostri..) dal Comune e lì abbandonata.

Una storia pazzesca, come la valutazione di mercato fatta nel corso degli anni da Palafrizzoni che avrebbe voluto ricomprarsi l’area per realizzarci un parcheggio multipiano: 4,5 milioni di euro. Ovvero 9 miliardi di lire al cambio. Che dire, avercene di rendite del genere: uno compra un terreno pubblico con soldi pubblici e lo tiene lì, vedendo nel frattempo aumentare del 50% il proprio valore. Senza fare nulla, ma proprio nulla. Nemmeno provare a trovare uno straccio di intesa con le varie amministrazioni (con quella Gori siamo alla numero 5) che le hanno provate tutte per convincere l’Inps a venirne ad una. Ministri, parlamentari, sindaci, chi più ne ha più ne metta: 22 anni trascorsi, risultati zero.

Lì sarebbe dovuta sorgere la nuova sede unificata di Inps ed Inail, ma il progetto è sempre rimasto sulla carta. Morale, dopo la vendita il Comune ha tentato a più riprese di ottenere l’area come parcheggio nell’attesa del via ai lavori della sede, ma la risposta è sempre stata negativa: nel 1994, 1996 e nel 1998. Nel 2001 viene concesso il comodato gratuito, e Palafrizzoni abbozza l’ipotesi di un parcheggio a pagamento: l’Inps dice no e l’operazione salta. E per mantenere i rapporti di buon vicinato, l’istituto di previdenza si vede recapitare una cartella di oltre 200 mila euro per Ici inevasa. Così, tanto per gradire. Nel 2005 arriva la concessione di nuovo comodato d’uso dietro obbligo di gratuità della sosta, ma a quel punto prende corpo l’ipotesi del riacquisto dell’area. Nove anni dopo, la trattativa continua.

Ma questa volta pare che l’Inps abbia messo la testa fuori dal guscio e sia disponibile a fare la sua parte, consapevole che a) qualche soldino da portare a casa mica fa schifo, di questi tempi poi , b) che quel terreno abbandonato è semplicemente una vergogna e c) che è incredibile continuare a prendere per il naso una città intera in questo modo.

Se tutto andrà come deve andare lì sorgerà un parcheggio a raso da 250 posti auto, e l’ente previdenziale sarà parte integrante della valorizzazione. Nel frattempo gli anni saranno diventati 23 (si spera non di più...) e quel 12 mila metri quadri la fotografia perfetta di un Paese alla canna del gas...ometro.

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