Paolo Bianco carica la squadra:
«A Torino puntiamo ai 3 punti»

La rivoluzione di primavera è arrivata con qualche settimana d'anticipo e ha cambiato faccia alla difesa. Non tanto nell'assetto, che non è cambiato, ma nei numeri. La rincorsa dell'Atalanta poggia infatti su questa solida base: in due mesi la squadra di Mutti è passata dall'avere la terzultima difesa della serie A con 34 gol presi in 22 partite all'avere la tredicesima difesa del campionato. Nelle ultime otto partite, dalla doppia trasferta di Genova, per intenderci, l'Atalanta ha preso solo 6 gol (di cui la metà a San Siro col Milan), chiudendo con la porta inviolata quattro gare e mezza (il gol del Cagliari è arrivato a partita finita) e abbassando la media da 1,5 gol subiti a partita a 0,75. Ora anche la Juventus, avversaria di domani, ha subito più reti. Tutto questo per dire che da febbraio il rendimento della difesa nerazzurra è decisamente migliorato e parallelamente anche quello dei singoli.

L'esempio di Paolo Bianco è sotto gli occhi di tutti: con il Cagliari ha giocato con personalità e mostrato prontezza, puntualità e pulizia negli interventi, riscattando una prima parte di stagione poco convincente e sostituendo al meglio l'infortunato Talamonti. «Il segreto di questa metamorfosi difensiva? Siamo concentrati, attenti e il resto della squadra ci dà una grossa mano. Così per noi difensori diventa tutto più facile», ha provato a dare una spiegazione il centrale foggiano. Parole semplici che sottintendono una verità di fondo: la squadra è tornata a giocare come un tempo, con i terzini che spingono quando c'è da spingere e le ali a difendere quando c'è da difendere. Così facendo tutti i reparti hanno ritrovato antichi automatismi e i risultati si vedono. E anche la difesa ha una sua solidità, tanto che il gol ininfluente di Conti comunque non è piaciuto. «Non nego che ha dato fastidio prendere quel gol, anche se sul 3-0 ci può stare un piccolo calo di concentrazione. Ma ci sarebbe piaciuto mantenere la porta ancora una volta inviolata».

Chiamasi ricerca della perfezione, quella che servirà per cercare il colpaccio a Torino, impresa che a Bianco col Cagliari è riuscita l'anno scorso. «Stiamo bene, fisicamente e moralmente. Giochiamocela come le ultime due partite. Mancano solo otto giornate, ogni gara è un'occasione da provare a sfruttare. Quindi puntiamo al risultato pieno, anche a Torino. Noi dobbiamo cercare di fare più punti possibili, sperando che magari qualcuno davanti rallenti un po'. Ma non possiamo permetterci di fare calcoli».

Per la volata finale Bianco sa già su chi puntare. E trattandosi di volata, la scelta non poteva che cadere sul pajarito. «Dopo la partita col Cagliari ho detto a Valdes che se lui vuole, ci salverà. E' in un momento di forma straordinario, ha qualità eccezionali e salta l'uomo con una facilità incredibile. Lui può cambiare non solo le sorti di una partita, ma anche della nostra stagione. Siamo nelle sue mani». Soprattutto in questo momento in cui manca anche Doni. «Ma il capitano sa essere comunque importante. Dopo ogni partita il primo messaggio che ricevo è proprio il suo».
Guido Maconi

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