Zanotti super, 8° in Marocco
nella ultramaratona desertica

Franco Zanotti ha scritto t'amo sulla sabbia. Rispetto alla celebre hit anni '60 di Franco IV & Franco I, quel messaggio, non se lo porterà però via il vento: «Perché il Sahara è un mondo parallelo che ti segna dentro. Mi ha dato tanto, forse ci tornerò».

La sua recente avventura alla Marathon Des Sables, ultramaratona di 280 km nel deserto sud marocchino, s'è conclusa come nemmeno i più ottimisti ipotizzavano: ottavo posto assoluto fra mille partecipanti, secondo italiano dietro Kurt Ploner (uno specialista delle dune come Marco Olmo è finito dietro), miglior bergamasco della storia della manifestazione.

«Non me l'aspettavo - continua Zanotti, 38 anni, artigiano nella vita di tutti i giorni -: in corse così l'esperienza è tutto e io ero un neofita. Oltre alle gambe ho usato la testa». Dicesi regolarità. Sei tappe (crono conclusivo 24h59'45”) in tutte quante ha gravitato costantemente fra il settimo e l'11° posto nonostante non siano mancati momenti particolari.

Il più duro: «Terzo giorno, abrasione alla schiena: ho dovuto medicarmi perdendo un po' di tempo ma sono ripartito». Il più suggestivo: «La tappa in notturna, quella lunga 80 chilometri: a orientarci c'era un laser verde che copriva l'intero tragitto». Quelli che, di volta in volta, gli facevano capire di essere sulla via giusta: «Fatti due conti, la sera alleggerivo lo zaino (la gara era in autosufficienza alimentare, ndr) e regalavo viveri a chi aveva più necessità di me».

Esperienza sportiva, ma soprattutto di vita, la sua avventura nel deserto in condizioni limite (di giorno, quasi costantemente la temperatura saliva sopra i 40 gradi). È rientrato con una certezza: «Viviamo in una società nella quale rincorriamo troppe cose superflue». Un ricordo: «Un ragazzo fermo con un motorino in pieno deserto: se non fosse che ero con altri, avrei pensato a delle allucinazioni».

E un'abbronzatura da fare invidia agli animatori dei villaggi turistici: «Ma anche per me è stato un po' come essere in vacanza. Ho fatto ciò che amo, cioè correre, perdendo giusto un paio di chili». Se il vincitore, il marocchino Mohamed Ansal (un tuareg come da tradizione), ha riscosso un assegno da 3.500 euro, Zanotti, insieme a una targa riconoscimento, ha riabbracciato la compagna Ornella con un buono sconto sull'iscrizione del 2011 in tasca: «Ancora nulla di certo, ma l'idea è quella di ripetere quest'avventura o di provare qualcosa di molto simile».

Forse ci sarà anche l'amico bergamasco Alessandro Carrara, che alla sua ottava partecipazione ha chiuso con un onorevole 88° posto (33h50'26”, miglio prestazione personale). Di certo Zanotti, il tempo di smaltire l'acido lattico, sarà assalito dalla voglia di controllare se quella scritta sulla sabbia se l'è portata via il vento. Non è detto sia così. E i Runners Bergamo, dopo aver suonato le campane a festa per la sua performance, potrebbero pure trovarci uno spunto per un nuovo inno.
 Luca Persico

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