Colantuono, Lerda, Mutti o...?
Atalanta, scatta il toto-allenatore

È la domanda più intrigante, ma al momento è quella che resta senza risposta: chi sarà il prossimo allenatore dell'Atalanta? A quanto pare le decisioni ancora non sono state prese perché di prime scelte disponibili non ce ne sono più. Il progetto di Percassi esigerebbe un nome di prestigio che, 20 giorni dopo la conclusione della serie A è impossibile da trovare: tutti gli allenatori emergenti sono ormai accasati (Allegri, Bisoli, Giampaolo).

Di conseguenza si tratta di scendere di un gradino e pensare a quello che ci aspetta: un campionato (e auguriamoci uno solo...) di serie B. Quindi serve un allenatore che sappia cos'è la serie B e che offra - per quanto possibile - delle garanzie: l'Atalanta deve tornare subito in serie A. Per riuscirci la società potrebbe anche fare una scelta che secondo le indiscrezioni è sempre più probabile: confermare quasi totalmente la squadra appena retrocessa.

Con appena quattro settimane di tempo per ricostruirla e il mercato già avviato da tempo per i pezzi pregiati, il rischio sarebbe quello di non riuscire a costruire la squadra che si vuole. E allora tanto vale tenere quella che c'è. Perché un conto è vendere Guarente, Manfredini, Padoin e magari pure Valdes, tutt'altra faccenda sarebbe cedere Guarente e fermarsi lì perché gli altri giocatori servono per tornare subito in A.

Tra l'altro questa scelta, cioè la conferma di una squadra collaudata, permetterebbe alla società di correre qualche rischio in più nella scelta del tecnico: il gruppo da solo già sarebbe una garanzia. Si tratterebbe di gestirlo, magari valorizzandone le abilità in fase difensiva. E qui va ricordata la posizione di Thomas Manfredini: «Se c'è un progetto serio, io sono disposto a restare anche in B».

Partiamo da qui. Se vuoi tenere Manfredini e valorizzare il calcio sofisticato che questo gruppo ha dimostrato di poter fare serve un tecnico che difenda a zona. Diciamo Franco Lerda (Crotone), è un emergente sulla bocca di tutti che lavora bene con la difesa. La sua situazione ricorda il Colantuono arrivato a Bergamo: prendo un allenatore di categoria e lo faccio crescere con me, verso la A. La scelta comporterebbe comunque dei rischi: lo si conosce solo per sentito dire e lui non conosce l'ambiente. E qui conta solo tornare subito in serie A.

E allora ecco il profilo di Stefano Colantuono. Qui ha già vinto, conosce l'ambiente e gran parte della squadra, fa il 4-4-2. Ha il torto di essersene andato con un comportamento sconcertante (preferì soldi e carriera, cioè il Palermo, al contratto appena rinnovato con Ivan Ruggeri...). E il suo sarebbe un calcio di forza, esplosivo, irresistibile per fisicità ma non sofisticato. In difesa si marca a uomo, e Manfredini è l'antitesi di Colantuono. I due sono storicamente incompatibili. Meglio cedere Manfredini e cercare la A. Che sarebbe molto probabile.

Tra i due ecco il nome, comunque comodo, di Lino Mutti. Amato nello spogliatoio, bergamasco, pragmatico. Ma i Percassi cercano discontinuità, un tecnico aggressivo. E a Lino resta anche la macchia di quella serie B finita male. Per tutti, insomma, ci sono pro e contro. E allora restano, un passo dietro, gli outsider: Cagni, Foscarini, Madonna, Vavassori. Magari anche Arrigoni, se non retrocederà in C con la Triestina. Sarebbe presentabile un allenatore appena retrocesso in Prima divisione?
 P. Ser.

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