Calcioscommesse: dieci ore
d'interrogatori in Procura federale

Si sono sfiorate le 10 ore nella prima giornata di interrogatori del caso calcio scommesse negli uffici della procura federale. Stefano Palazzi è arrivato nella sede della procura di Roma la mattina presto, faccia sorridente e pronto a partire con questa nuova inchiesta.

Si sono sfiorate le 10 ore nella prima giornata di interrogatori del caso calcio scommesse negli uffici della procura federale. Stefano Palazzi è arrivato nella sede della procura di Roma la mattina presto, faccia sorridente e pronto a partire con questa nuova inchiesta per chiuderla il prima possibile: «Sarà una settimana intensa, per questo abbiamo pubblicizzato i calendari, faremo tutto quello che dovremo fare» ha detto entrando nei suoi uffici.

Il Ravenna è stata la grande protagonista della giornata, infatti, i primi ad essere ascoltati nella mattinata sono stati l'ex presidente, Gianni Fabbri, e il vicepresidente, Antonio Ciriello. La squadra romagnola è stata tirata in ballo dalle dichiarazioni del direttore sportivo, Giorgio Buffone, che negli interrogatori davanti ai pm di Cremona avrebbe ammesso di aver scommesso per il bene della società, che si trovava in difficoltà economiche.

Entrambi i dirigenti, ascoltati per oltre due ore a testa, si sono detti estranei ai fatti: «Siamo soddisfatti dell'audizione, ogni domanda ha avuto la sua risposta - ha detto Eduardo Chiacchio, legale di Antonio Ciriello -. Non so se il Ravenna rischia qualcosa perché non conosco il quadro generale della vicenda, posso dire che il mio assistito si è dichiarato estraneo a qualsiasi illecito».

Fabbri si è addirittura sorpreso di questa convocazione vista la sua posizione di ex presidente della squadra, dimessosi il 18 dicembre scorso, con le quote azionarie passate di mano poche settimane fa: «Sono stato convocato in maniera sbagliata visto che mi sono dimesso il 18 dicembre - ha detto Fabbri al termine del suo interrogatorio - . Ho risposto a tutte le domande e comunque sono estraneo a tutte le vicende. Per quanto mi riguarda il Ravenna non è coinvolto poi vediamo come andrà a finire l'indagine di Buffone».

In una terza stanza è stato anche ascoltato il presidente del Chievo, Luca Campedelli, che, però, è entrato e uscito senza rilasciare alcuna dichiarazione. Nel pomeriggio è toccato all'allenatore dei giallorossi, Leonardo Rossi, e al direttore sportivo del Verona, Mauro Gibellini. Per il primo si è trattato di un interrogatorio fiume durato oltre 4 ore e all'uscita faccia tesa e poca voglia di parlare anche da parte del legale, Giovanni Scudellari: «Abbiamo chiarito tutto, è durato tanto perché ci sono state delle pause. Non verremo riascoltati».

Tranquillo, invece, Mauro Gibellini, tirato in ballo dalle dichiarazioni di Giorgio Buffone: «Ci siamo fatti una chiacchierata - ha detto il legale Stefani Fanini, legale anche della squadra scaligera -. Siamo stati sentiti come persone informate sui fatti, ci è stato chiesto se ci fosse stato qualche incontro tra il mio assistito e Giorgio Buffone e abbiamo negato tutto e se qualcuno afferma il contrario ne risponderà nelle sedi opportune. Siamo comunque sereni non abbiamo nulla da nascondere».

Rinviata, invece, l'audizione di Federico Zaccanti, giocatore del Chiavari, su richiesta dello stesso calciatore. Martedì si proseguirà con le audizioni di Simone Malacarne, giocatore del Viareggio, Alex Pedersoli, calciatore dell'Ascoli, Marco Zamboni, giocatore dello Spal, e Sandro Turotti, direttore sportivo della Cremonese. Mercoledì, invece, saranno gli uomini della procura ad andare in giro per l'Italia per ascoltare Giorgio Buffone, Gianfranco Parlato e Marco Paoloni, tutti agli arresti domiciliari.

Ricordiamo che venerdì 8 saranno ascoltati Cristiano Doni, capitano dell'Atalanta (sarà interrogato alle 10), e Carlo Gervasoni, giocatore del Piacenza che sarebbero implicati nella presunta combine del match Atalanta-Piacenza 3-0.

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