Cazzola: «Mi scoprirà il pubblico
Ho cuore e voglia di emergere

Cazzola come Carrozza. Il mercato atalantino ha prodotto questo scioglilingua e, dopo l'occasione capitata all'ex carpentiere di Gallipoli, ecco la chiamata per Riccardo Cazzola, 26enne centrocampista che ha passato la sua carriera viaggiando attraverso lo stivale.

Cazzola come Carrozza. Il mercato atalantino ha prodotto questo scioglilingua e, dopo l'occasione capitata all'ex carpentiere di Gallipoli, ecco la chiamata per Riccardo Cazzola, 26enne centrocampista nato a Verona, ma che ha passato la sua carriera viaggiando attraverso lo stivale.

Dopo i dilettanti del San Zeno, Perugia, Sambenedettese, Pro Vasto, Arezzo, Olbia, Pergocrema e Juve Stabia è approdato alla corte dell'Atalanta e si prepara all'esordio in serie A. «Questo per me è un sogno che si avvera, ma è sempre importante ricordarsi da dove si viene - sono le prime parole del centrocampista -. È una chance importantissima, me la sono sudata e penso di essermela guadagnata, ora sta a me dimostrare quanto valgo».

«È il momento più bello della mia carriera e sono concentrato solo sul calcio. Da parte mia ci sarà l'abnegazione più totale. Ho avuto l'occasione, ma questo deve essere solo il punto di partenza per non aver rimpianti tra qualche anno».

Cazzola ha già conosciuto mister Colantuono in un ritiro con il Perugia nella stagione 2004/2005, prima di essere ceduto al Pro Vasto. «Ho avuto il mister quando ero un ragazzino, ma adesso sono cambiate tante cose. Sono un giocatore che ha tanto cuore, voglia di emergere, generoso. Amo l'interdizione, ma penso che le descrizioni valgano fino adun certo punto, perché sarà il pubblico a scoprirmi. Se capita l'annata giusta segno anche, come successo contro l'AlbinoLeffe».

Dagli stadi della Prima Divisione a quelli di questa prima annata in B al palcoscenico più importante per un calciatore, l'esordio nella massima serie. «Penso a vivere ogni istante di questa mia avventura guardando al presente e le cose verranno poi di conseguenza. Ovvio che sogno di giocare a San Siro e a Torino, gli stadi che ogni bambino sogna. Adesso sono contento e devo pensare solo a dare il meglio di me. Il 4 mi ha portato fortuna a Castellammare. Qui era occupato e ho deciso per il numero 44, che è anche l'anno di nascita di mio papà. La dedico a mio padre, perché so quanti sacrifici ha fatto».

Simone Masper

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