Giro: Tiralongo, trionfo di tappa
Prima cima al siculo-bergamasco

La prima volta di un canadese in maglia rosa, la seconda di un gregario di lusso abituato ad aiutare Contador. A Rocca di Cambio, dove era posto il primo traguardo in cima del Giro d'Italia, fanno festa in due. E uno è Paolo Tiralongo, bergamasco d'adozione e vincitore di tappa.

La prima volta di un canadese in maglia rosa, la seconda di un gregario di lusso abituato a offrire i suoi servigi ad Alberto Contador. A Rocca di Cambio, dove era posto il primo traguardo in cima del Giro d'Italia, fanno festa in due.

La settima tappa, innanzitutto, incorona Paolo Tiralongo, esperto siciliano (ma bergamasco d'adozione, abita ad Almenno San Bartolomeo) che, negli ultimi tempi, è diventato quasi uno specialista delle volate. Resiste, negli ultimi metri, allo scatto un po' anticipato di Michele Scarponi e poi lo batte con arguzia prima di stendersi sull'asfalto quasi privo di forze.

L'anno scorso, al Giro, fu Contador a regalargli a Macugnaga una prima soddisfazione «rosa», stavolta il tuttofare di Avola, classe 1977, si prende la tappa di forza, per la gioia dell'Astana e del suo capitano, Roman Kreuziger, che per un giorno gli lascia volentieri la ribalta.

«Avevo detto ai miei compagni che stavo bene e che volevo sfruttare il mio momento - spiega Tiralongo -. Devo dire che ho fatto molta fatica a prendere la ruota di Scarponi, ai 250 metri ho capito che doveva calare prima o poi, sono rimasto lì aspettando che si voltasse, e appena lo ha fatto e si è seduto mi sono detto "adesso o mai più". Ho fatto uno sforzo immenso, all'arrivo ero senza ossigeno, veramente stremato».

Alle sue spalle si piazza Scarponi, sconfitto ma non demoralizzato, mentre al terzo posto si affaccia Frank Schleck, finalmente all'altezza della sua fama, che precede uno dei grandi favoriti della vigilia, lo spagnolo Joaquin Rodriguez, il quale non riesce a festeggiare come avrebbe desiderato il suo 33esimo compleanno.

Ben prima dell'arrivo Adriano Malori aveva perso la maglia rosa. Il primato, in questo Giro cosmopolita che aveva già visto leader un americano (Phinney) e un lituano (Navardauskas), finisce sulle spalle di un canadese della Garmin-Barracuda, Ryder Hesjedal, che già ieri aveva sperato sino all'ultimo di mettere a segno il colpaccio.

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