Abbonamenti e record assoluto?
I presupposti ci sono, però...

Iniziamo dall'obiettivo della società che, per voce di Stefano Percassi, responsabile marketing atalantino, mira a stabilire il record in assoluto delle tessere da sottoscrivere. Vale la pena, innanzittutto, ricordare che in virtù della singolare strategia messa in atto nella campagna, stagione sportiva 2010-2011 (quella della successiva scalata alla serie A), ad abbonarsi furono oltre 16 mila, scesi ai quasi 10 mila nella scorsa estate.

Le aspettative, dunque, della dirigenza sarebbero quelle di raddoppiare, o giu di lì, le cifre raggiunte nell'ultimo torneo. Mettiamola, pure, sulla scommessa, non priva di elementi che inducono all'ottimismo o si preferisce ad una fiducia abbastanza fondata.

Palpabili, del resto, le variegate promozioni offerte, figlie evidentemente di valutazioni e scelte predisposte da professionisti del settore. Sconti ai componenti delle famiglie e ai portatori di nuovi abbonati (che a loro volta usufruiscono di facilitazioni); possibilità di pagamenti rateizzati; bonus sugli acquisti al supermercato e sui gadget nerazzurri; trasporto gratuito in bus allo stadio in occasione delle gare e altro ancora.

C'è n'è, in effetti, per invogliare a dovere la fila agli sportelli. Guai, però, sottacere il particolare momento di profonda difficoltà economica. Il protrarsi dell'inchiesta sul calcio scommesse potrebbe, inoltre, aver messo in crisi la filosofia e non solo dello sportivo in genere.

Stando, così, le cose arduo ipotizzare adesso se a prevalere sarà la pur conclamata passione per la squadra del cuore oppure il resto. Siamo, poi, dell'avviso che a contribuire a una pur sempre auspicabile impennata nei numeri sarebbe il classico colpo di mercato. Un nome altisonante.

Quello di Pippo Inzaghi, ad esempio, ricorre da tempo a Bergamo, e da più di un sondaggio l'indice di gradimento della piazza, su un suo eventuale ritorno a distanza di tre e passa lustri, è del cinquanta per cento.

Arturo Zambaldo  

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