Atalanta, archiviare la festa
In arrivo c'è l'affamato Palermo

Metabolizzata sia pure a fatica la sbornia del dopo-Milan, doveroso tornare coi piedi ben saldi per terra anche se il tutto in una palpabile positività. Guai, infatti, proseguire nell' euforia in un certo verso rigorosamente legittima. Non si deve, cioè, esagerare.

Metabolizzata sia pure a fatica la sbornia del dopo-Milan, doveroso tornare coi piedi ben saldi per terra anche se il tutto in una palpabile positività. Guai, infatti, proseguire nell' euforia in un certo verso rigorosamente legittima. Non si deve, cioè, esagerare.

La squadra e il suo grande condottiero al “Meazza” ci hanno fatto proprio sognare ma si sa che non tutti i sogni hanno un seguito. Non a caso, il presidente Antonio Percassi a “Tutto Atalanta”, in onda lunedì su Bergamo Tv ha riferito che subito a fine partita, negli spogliatoi rossoneri, nell'abbracciare trionfalmente mister e giocatori li ha invitati a pensare alla sfida casalinga di domenica prossima con il Palermo. Come dargli torto?

Abbiamo lasciato alle spalle tre giornate di campionato e ne rimangono qualcosa come trentacinque. Capito? Le statistiche sono zeppe di inizi più o meno sfolgoranti sia nelle zone alte che in quelle basse della classifica per poi trasformarsi in clamorose cadute libere. Riflessioni votate al pessimismo? Riteniamo di no ma al tempo stesso megafonare di mantenere alta la guardia in concentrazione e determinazione ci sembra sacrosanto. Basta, del resto, un nonnulla a perdere l'una e l'altra qualitativa caratteristica.

Ricordate la quantità di critiche piovute sui nerazzurri l'indomani di Atalanta-Lazio, all'esordio del torneo? Indici puntati, pressoché all'unanimità da parte di sportivi e media, proprio sulle lacune di ordine caratteriale espresse dall'intero collettivo nel corso dei 90' dell'infruttuosa e deludente prestazione.

E' seguita, a distanza di pochi giorni, la reattività di capitan Bellini e compagni in Sardegna con il Cagliari, cementata con la “C” maiuscola nell'impresa storica dell'anticipo di sabato scorso. Adesso, più che mai, bisogna invocare la continuità per non correre il rischio di sfumare, anche solo in maniera impercettibile, l'apoteosi di Milano: mantenerla indelebile è possibile!

Arturo Zambaldo

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