Raimondi, bergamasco doc
jolly al servizio dell'Atalanta

«In questo momento Cristian rappresenta lo spirito battagliero della squadra ed è l'esempio di cosa vuol dire essere bergamasco». Questo un passaggio dell'intervento di Bellini durante l'incontro di giovedì mattina con le scolaresche allo stadio Azzurri d'Italia.

«In questo momento Cristian rappresenta lo spirito battagliero della squadra ed è l'esempio di cosa vuol dire essere bergamasco». Questo un passaggio dell'intervento di Bellini durante l'incontro di giovedì mattina con le scolaresche allo stadio Azzurri d'Italia.

Cristian è Raimondi, jolly trentunenne nerazzurro alla terza stagione consecutiva agli ordini di mister Colantuono, altro ex bay uscito dal prolifico laboratorio di Zingonia prima del girovagare su e giù per l'Italia footbaliera. Forse non ce n'era bisogno della puntualizzazione di Bellini ma non è mai male.

Quanto meno il capitano atalantino ci ha dato lo spunto per collocare nelle giuste dimensioni un personaggio (anzi un antipersonaggio per eccellenza) nel più ampio senso del termine. Innanzitutto il «brembano» doc Raimondi è un uomo con la «U» maiuscola e, poi, un esemplare professionista. Lealtà, razionalità e spontaneità costituiscono il suo Dna.

L'altrettanta proverbiale disponibilità merita un discorso a parte perché va coniugata di pari passo sul discorso atalantino. Pur dotato di una discreta tecnica, ciò che maggiormente colpisce è la generosità che getta sul terreno di gioco. La classica «maglia sudata» al termine della gara, invocata da ogni tifoso, rappresenta per Raimondi un rigoroso imperativo categorico.

Naturalmente indossando la casacca del club di casa che lo ha allevato gli ha trasmesso quel qualcosa in più da sovrapporre alla già menzionata predisposizione. Bravo, poi, Bellini a ricordare che il compagno di squadra tiene un comportamento esemplare nell'ambito del gruppo. Nessun problema, cioè, se il mister lo lascia in panchina: l'importante è rispondere all'appello nelle migliori condizioni, sia atletiche sia mentali.

E lo si è toccato con mano nel blitz di domenica scorsa a Siena dove, appunto, Cristian messo piede sul campo dal pronti-via si è guadagnato un meritatissimo voto altisonante sulle omogenee pagelle dei media. Ma è il caso di non andare oltre per non ricevere rimproveri dall'interessato che da sempre privilegia di gran lunga ai complimenti e alle parole i fatti.

Arturo Zambaldo

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