Ko bruciante, ma è salvezza
Sugli incidenti: una vergogna

Una sconfitta che brucia parecchio, perché se l'Atalanta avesse conquistato un punto, non avrebbe rubato nulla. E di fronte c'era addirittura la neoscudettata Juventus. Che dire del palo interno colpito da Denis e del rigore non concesso nella ripresa ai nerazzurri?

Una sconfitta che brucia parecchio, perché se l'Atalanta avesse conquistato un punto, non avrebbe rubato nulla. E di fronte c'era addirittura la neoscudettata Juventus. Che dire del palo interno colpito da Denis e dell'evidente rigore non concesso nella ripresa ai nerazzurri?

Certo, alla fine, è emersa la maggior tecnica degli avversari e ciò si sapeva sin dall'inizio. Bene la Juventus nei venti minuti iniziali: non è un caso che la squadra piemontese abbia segnato il gol vincente proprio in quel periodo. Poi, però, i nerazzurri non si sono lasciati intimorire ed hanno così cominciato a macinare gioco. E fino al segnale del riposo si è assistito alla miglior Atalanta.

Anche al rientro in campo gli atalantini hanno per alcuni minuti recitato il copione precedente. Più o meno stessa intensità e soprattutto gran voglia di riacciuffare la suddivisione dei punti. Non si è, comunque, tenuto conto della più che solida tenuta della difesa avversaria, in grado di smorzare sul nascere le azioni offensive atalantine. La prestazione dei nerazzurri è da giudicare oltremodo positiva da parte dell'intero collettivo.

L'Atalanta, seppur sconfitta, può brindare in anticipo la salvezza aritmetica. A contribuire alla permanenza per la terza stagione consecutiva in serie A, a un paio di turni dalla conclusione del campionato, è stata la battuta a vuoto del Palermo contro l'Udinese. Sugli incidenti, al di là dell'attribuire specifiche responsabilità a questa o a quell'altra frangia di tifosi (?) limitiamoci a una unica parola: «vergogna».

Arturo Zambaldo

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