Bonaventura va in Nazionale
Felice anche il cassiere nerazzurro

«Ci associamo alle campane a festa per la convocazione nella nazionale maggiore di Bonaventura. Tra una scampanellata e una legittima sviolinata cerchiamo di spiegare cosa accadrà dopo questa bellissima favola. Ad essere contento potrebbe essere pure il cassiere nerazzurro».

«Ci associamo alle campane a festa per la convocazione nella nazionale maggiore di Bonaventura. Tra una scampanellata e una legittima sviolinata cerchiamo di spiegare cosa accadrà dopo questa bellissima favola. Ad essere contento potrebbe essere pure il cassiere nerazzurro».

Già numerose richieste erano pervenute prima della chiamata del commissario tecnico Cesare Prandelli: anche il più sprovveduto operatore di mercato sa che una chiamata in azzurro vale molto in tema economico. Il prezzo del cartellino di colpo lievita insieme al numero di pretendenti.

I nomi sono quelli che si leggono da tempo: Napoli, Fiorentina, Lazio e buon ultima l'Inter. Trattenerlo a Bergamo, a questo punto, sembrerebbe pressoché impossibile. Lo stesso prolungamento del contratto, sottoscritto in settimana, fino al 2017 dice gran poco se non come una sorta di assicurazione da parte della società per salvaguardare il proprio patrimonio.

La qual cosa non deve certo far arrabbiare i tifosi: da quando esiste, l'Atalanta è pur sempre stata il fisiologico serbatoio per le grandi. Questo suggerisce e ricorda la storia così com'è altrettanto fisiologico che un giovane ambisca a platee altisonanti. L'importante è che quanto si incasserà venga poi reinvestito in maniera adeguata.

Nello specifico, è auspicabile che, alla partenza del talentuoso centrocampista, non si apra una grossa crepa nella squadra. Ma qui si confida nella collaudata esperienza e abilità del direttore generale Pierpaolo Marino che finora ha dimostrato di meritarsi la stima che il mondo del calcio puntualmente gli attribuisce. Se, poi, Bonaventura e la famiglia Percassi volessero regalare ai tifosi un'altra stagione in nerazzurro non saremmo affatto noi a sostenere che si tratta di un'operazione sbagliata. Ci mancherebbe!

Arturo Zambaldo

© RIPRODUZIONE RISERVATA