Bufera calcio, l'agente della Fifa:
«Piano con la caccia alle streghe»

Il pianeta calcio è travolto da un nuovo polverone, contratti e agenti finiscono sotto la lente di ingrandimento. L'agente Fifa Giorgio Parretti: «Non vorrei che si pensasse che questo sistema sia popolato da criminali e gli altri mondi da vergini».

Il pianeta calcio è travolto da un nuovo polverone, contratti e agenti finiscono sotto la lente di ingrandimento. Difficile districarsi su un terreno sdrucciolevole: per capire meglio il ruolo del procuratore, abbiamo provato a rivolgerci all'agente Fifa Giorgio Parretti.

Un suo giudizio sulle vicende delle ultime ore?
«Dico che mi scoccia che emerga una brutta immagine del calcio: stando ai media, sembrerebbe che tutte le società italiane siano implicate in qualcosa di sporco e che i calciatori siano tutti delinquenti. Non vorrei che si pensasse che questo sistema sia popolato da criminali e gli altri mondi da vergini».

Tutto troppo urlato?
«La caccia alle streghe è un'abitudine italiana, ma qui siamo di fronte a una semplice acquisizione di documenti. La gente, in questo momento, è preoccupata e, di fronte a certe notizie, può pensare il peggio, anche perché i calciatori guadagnano molto. Ma danno anche molto: un milione di euro di contratto significa altrettanto allo Stato. E il calciatore le tasse le ha sempre pagate».

Ma nel calcio c'è spazio per le illegalità?
«Le illegalità sono all'ordine del giorno in tutti i settori della quotidianità: pure un impiegato delle poste può commetterne. Nel mondo degli affari, succede tutto e il contrario di tutto: all'interno di una grande mole, possono magari esserci inciampi, difficoltà, che qualcuno crede di potere aggirare con sistemi non consentiti».

Leggi tutta l'intervista su L'Eco di Bergamo del 25 giugno

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