Football Usa: Lions ko
ma progetti di A1 per il futuro

I leoni non sono tornati a ruggire, ma ci sono andati comunque vicino, con un secondo posto che merita una grande festa nell'anno del trentennale. Si sono ritrovati sul loro campo d'allenamento per una grigliata di fine stagione.

I leoni non sono tornati a ruggire, ma ci sono andati comunque vicino, con un secondo posto che merita una grande festa nell'anno del trentennale. Si sono ritrovati sul loro campo d'allenamento, vicino alla Casa dello Sport di via Gleno, giocatori e dirigenti dei Lions Bergamo con rispettive famiglie ed amici per una grigliata di fine stagione, senza rimuginare troppo sulla finale persa la settimana scorsa.

Alle griglie anche il presidente della società di football americano, Aldo Guarnone, che ha fatto un bilancio sul campionato appena conclusosi per l'appunto con la sconfitta in finale contro i Grizzlies Roma (7-16). «Peccato aver perso l'ultima partita, ma i nostri avversari hanno meritato di vincere. Resta la soddisfazione di essere riusciti a diventare una vera squadra di football americano, perché i giovani hanno permesso di costruire una grande squadra».

«Come lo scorso anno avremo ancora una formazione Under 19 dalla quale ogni anno attingiamo. Cercheremo di rientrare nella Ifl e quindi di fare la A1, ma dipenderà dalle disponibilità economiche. Vogliamo raggiungere al più presto il 18° scudetto perché questi ragazzi se lo meritano. L'emozione più bella è stata festeggiare il trentennale con la vittoria di un punto su Palermo».

In attesa di capire in quale serie giocherà la squadra che tanti titoli ha regalato tra gli anni 90 e 2000 anche a livello europeo, il coach Cecco Angeli Busi ha confermato di voler far parte del progetto anche per il prossimo anno. «C'è voluto qualche giorno ma l'amarezza per quella sconfitta sta passando, anche se un po' di rammarico rimane per non aver centrato l'obiettivo nell'anno del trentesimo della società. Deve essere un punto di partenza perché è solo l'inizio di un progetto di rinnovamento. Ci sono alcune cose da valutare, soprattutto con la Federazione per capire se ci sarà una riforma dei campionati, ma conto di restare nei Lions».

Tra i tanti giovani, bergamaschi e bresciani, c'è invece chi per limiti d'età è costretto a salutare la compagnia, ma solamente dal campo, come per il 48enne Lino Federico, storica bandiera dei Lions. «Abbiamo gettato le basi per il futuro di questa società che è giovane e potrà crescere ancora molto. Lascio con 8 scudetti, 3 Coppe dei Campioni e 1 Champions League. La norma della Federazione prevede così e questa è stata la mia ultima stagione: avrei preferito scegliere io quando smettere però è giusto che sia così per i ragazzi più giovani. I Lions sono la mia famiglia e rimarrò qui, ma non so ancora in quale ruolo».

Simone Masper

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