Scommesse, buonismo sulla Lazio
Tira aria di «inciucio alla romana»

di Roberto Belingheri
Lo diciamo adesso, 12 luglio. Poi, magari, ci sbaglieremo e la mannaia della giustizia sportiva farà sentire i suoi colpi anche sulla Lazio. Ma se fosse possibile scommettere un centesimo bucato su questo nuovo capitolo del calcioscommesse, scommetteremmo sull'inciucio alla romana.

Lo diciamo adesso, 12 luglio. Poi, magari, ci sbaglieremo e la mannaia della giustizia sportiva farà sentire i suoi colpi anche sulla Lazio. Ma se fosse possibile scommettere un centesimo bucato su questo nuovo capitolo del calcioscommesse all'italiana, scommetteremmo sull'inciucio classico alla romana.

Non è per fare dell'insulso vittimismo, ma parlano i fatti. L'Atalanta, per una partita combinata «a vincere» con il coinvolgimento del capitano (quella col Piacenza, Doni, Gervasoni, il portiere che non si butta...), due estati fa s'è vista appioppare sei punti di penalizzazione. Il Siena, l'anno scorso, stesso trattamento. Botta da sei punti, e non s'è più ripresa.

La Lazio è coinvolta nella stessa «fattispecie», con il coinvolgimento del capitano. Ma sulla penalizzazione alla società - perché il principio della responsabilità oggettiva è ancora vivo e vegeto - già circolano ipotesi al ribasso. Cinque punti, forse quattro. Magari una condannina in primo grado, per poi trovare il modo di farla franca in secondo grado.

Perché occhio: la Lazio, giova ricordarlo, è quella che fu salvata dal fallimento con un decreto legge che le permetteva di rateizzare all'infinito i debiti con lo Stato. Ha, insomma, parecchi tifosi nei palazzi che contano. E Claudio Lotito, che pure con la giustizia sportiva ha avuto i suoi bei grattacapi, è tuttora consigliere federale. Consiglio nel quale evidentemente nessuno ha avuto da ridire osservando Stefano Mauri, finito in galera a Cremona nella primavera del 2012, giocare per tutta la stagione e, addirittura, sollevare la Coppa Italia una quarantina di giorni fa.

Insomma, avrà le sue carte da giocare in questa partita, e le giocherà tutte. Eppure la giustizia dovrebbe essere semplice: se si è stabilito «in giurisprudenza» che un illecito vale sei punti, sei punti dovrebbe valere per tutti. Qui invece si sta già partendo da una base più bassa, per arrivare chissà dove. Lo diciamo adesso, 12 luglio, e speriamo ancora di sbagliarci di grosso. Ma l'impressione è che Roma, col venticello caldo dell'estate, stia cucinando un bell'inciucio. Bagnato magari dal vino de li castelli, quello che l'oste ci mette l'acqua. Occhio però: qui l'oste l'abbiamo pagato caro, e di cantare «ma che ce frega, ma che ce 'mporta» non c'è proprio nessuna voglia.

Roberto Belingheri

© RIPRODUZIONE RISERVATA