Salvò tanti ebrei dall'olocausto
Bartali è «Giusto fra le nazioni»

Lo Yad Vashem, il memoriale ufficiale di Israele delle vittime ebree dell'olocausto, ha dichiarato Gino Bartali «Giusto fra le nazioni». Il riconoscimento è un omaggio all'ex corridore per il suo impegno a favore degli ebrei durante l'occupazione nazista in Italia.

Lo Yad Vashem, il memoriale ufficiale di Israele delle vittime ebree dell'olocausto, ha dichiarato Gino Bartali «Giusto fra le nazioni». Il riconoscimento, deciso lo scorso 7 luglio e ufficializzato lunedì 23 settembre, è un omaggio all'ex corridore per il suo impegno a favore degli ebrei durante l'occupazione nazista in Italia nel settembre 1943.

Bartali, nato a Firenze nel 1914 e morto nel 2000, è stato fra i più grandi campioni del ciclismo italiano, aggiudicandosi per tre volte il Giro d'Italia (1936, 1937 e 1946) e due Tour de France (1938 e 1948).

"Il riconoscimento attribuito a Gino Bartali rappresenta un onore per il nostro Paese". È il commento del ministro per gli Affari regionali, le autonomie e lo sport, Graziano Delrio, all'assegnazione al campione toscano di ciclismo del titolo.

"I mondiali di ciclismo a Firenze, proprio nella sua terra - aggiunge il Ministro - sono il miglior modo per ricordare un campione di sport e di vita come è stato Gino Bartali".

"Gino Bartali è stato un campione immenso, sui pedali e nella vita. Il riconoscimento dello Yad Vashem è il giusto premio per una vicenda umana esemplare": lo afferma Guido Vitale, direttore della redazione di Pagine Ebraiche, il mensile dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane protagonista di rivelazioni inedite sul coraggio del ciclista durante il nazifascismo.

A partire dalla testimonianza di Giorgio Goldenberg, il piccolo ebreo fiumano che ad Adam Smulevich raccontò di essere stato nascosto in un appartamento di proprietà del campionissimo in via del Bandino a Firenze.

"Sono vivo perché Bartali ci nascose in cantina", spiegò Goldenberg, 81 anni, oggi residente in Israele a Kfar Saba. Arriva da Pagine Ebraiche anche la testimonianza di Giulia Donati, 91 anni, nascosta da due sorelle a Lido di Camaiore. Solo incidentalmente, come raccontato al mensile Ucei, non potè beneficiare dell'azione di staffetta clandestina di documenti falsi portata avanti da Bartali nel centro Italia. Il campione nascondeva i documenti, per salvare gli ebrei, nei tubi delle sue biciclette e li portava dove servivano.

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