Sport / Valle Seriana
Mercoledì 16 Ottobre 2013
Luca Messi manda ko il Coni
Idoneo, potrà tornare sul ring
Sei lettere per riassumere la fine di un incubo. I-d-o-n-e-o: martedì 15 ottobre, Luca Messi l'ha scritto ovunque. Un responso atteso e inseguito, diventato realtà, dopo una trafila lunga sette anni.
Sei lettere per riassumere la fine di un incubo. I-d-o-n-e-o: nelle ore mattutine, martedì 15 ottobre, Luca Messi l'ha scritto ovunque, sul proprio profilo Facebook, come nei messaggi a tutti quelli che lo conoscono. Un responso atteso e inseguito, diventato realtà, dopo una trafila lunga sette anni: verso le 9,30, la commissione del Centro Medico Sportivo di Roma ha dato il via libera e Messi potrà tornare a combattere in Italia.
La battaglia più dura della carriera, più insidiosa di un'infinità di match spesi in giro per il globo e dei ganci degli avversari più feroci: di colpo, una gioia immensa, trasformatasi in un improvviso pianto di fronte ai dottori. «È stato senza dubbio il match più difficile che abbia mai combattuto: la felicità, ora, è tantissima, perché questa è la dimostrazione che non sono stato un pazzo a scegliere di andare avanti con la mia carriera all'estero, quando arrivò lo stop, nel 2006».
Qualcun altro si sarebbe arreso, ma non il bergamasco, troppo testardo per mollare una causa in cui era certo di avere ragione: «I miei certificati medici erano indiscutibili e venivano riconosciuti in tutta Europa, tranne che in Italia. Ora mi è stato invece detto che, al momento della revoca della licenza, la mia situazione pareva essere pericolosa, mentre gli studi effettuati in questi anni hanno dimostrato, come sostenevo io, che si trattava di una semplice diversità anatomica (riguardante una vena della testa, ndr), sovrapponibile alla normalità».
Un ritorno colorato di ambizioni, non soltanto formale: «Come minimo punto al titolo italiano: quello dei pesi medi manca alla mia collezione. D'altronde, l'età non costituisce uno scoglio invalicabile, visto che molti dei pugili più affermati al mondo sono over 40. Poi, una volta che avrò ottenuto il titolo tricolore, potrò anche pensare di appendere i guantoni al chiodo».
Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 16 ottobre
© RIPRODUZIONE RISERVATA