Atalanta, traditi da Livaja?
Doveva essere in campo dall'inizio

I sostenitori (come da sempre noi) di Livaja non si devono sentire traditi per il suo insufficiente apporto nello spezzone di partita a Genova. Schierato in campo al nono della ripresa al posto di Brienza si è purtroppo adeguato anche lui all'inattesa metamorfosi in negativo della quasi totalità degli atalantini. Rispetto ai compagni, però, un'attenuante è da concedergli: l'ipotizzabile morale sotto la suola delle scarpe per il mancato impiego dal fischio d'inizio.

E ce n'erano i presupposti: con l'assenza di Bonaventura reggeva, in settimana, l'arretramento di Moralez con l'ingresso, appunto, del giovane croato a fianco di Denis. Un utilizzo a intermittenza, quello di Livaja, che si registra, peraltro, dall'inizio del campionato.

Chi afferma che dalla sua tentennante prestazione al «Marassi» si è reso conto del perché non viene considerato titolare fisso non ci trova d'accordo. Ritenendolo un talento a tutti gli effetti (su questo pare non ci siano dubbi) e un patrimonio della società (è in comproprietà con l'Inter grazie all'affare di mercato del direttore generale Pierpaolo Marino che ha coinvolto la cessione di Schelotto) accordargli di nuovo una chance equivarrebbe, secondo noi, essere premiati con notevoli interessi. Già, ci stavamo dimenticando del carattare e di alcuni atteggiamenti comportamentali che lo hanno visto, ahinoi, protagonista. Episodi sicuramente da stigmatizzare, poi comunque dimenticati di colpo da tutti all'indomani delle sue «deliziose» giocate, gol compresi.

Martedì sera, guarda caso, si ospiterà a Bergamo proprio l'Inter. Perché non dargli l'opportunità di immediato riscatto al di là degli aspetti tattici e del modulo? Ma, sia chiaro, dal primo minuto non a partita, cioè, in corso. Allora sì che nel caso di prova deludente trovargli anche un altro alibi sarebbe da ingaggiare un azzeccagarbugli ma con la classica “A” maiuscola.

Arturo Zambaldo

© RIPRODUZIONE RISERVATA