Ora arriva la conferma. «Devo fare i conti con la stanchezza, più fisica che mentale - spiega Monica -: fosse per la testa e la voglia magari continuerei ma gli anni cominciano a farsi sentire». Ne aveva 4 quando la mamma la convinse a fare il primo saggio, lei la più piccola in fondo alla fila; ne aveva 16 quando planò sui Giochi, a Sydney; ne avrebbe 28 a Londra 2012. Sarebbe la sua quarta Olimpiade, come nessuno mai. «Mi basta quanto ho fatto: non sono tanti i ginnasti ad aver partecipato a tre Olimpiadi (nessuno in Italia; in Europa la sovietica Larissa Latynina, ndr), credo possa bastare. Londra? Lontana, troppo lontana». Lontano ma non troppo, in questa vicenda, sembra essere rimasto anche il dittì della Nazionale Enrico Casella. Nessuna richiesta di ripensamento azzurro, ma una richiesta di aiuto, qui e ora, a Brescia. «Dopo l'Olimpiade avevo deciso di prendermi un anno sabbatico - racconta Monica -, ma poi la mia società, la Brixia (di cui Casella è allenatore), mi ha chiesto la disponibilità a dare una mano e io ho detto sì». Sì all'imminente chiamata per l'esordio nel campionato di serie A a squadre, il 15 febbraio a Pavia. A una condizione. «Mi concentrerò solo su trave e volteggio. Ho sempre gareggiato su tutti e quattro gli attrezzi, ma è anche una questione di condizione. Non so se l'allenatore mi manderà in pedana, io però mi farò trovare pronta».
Pronta Monica lo è sempre stata. Pronta e adrenalinica a Sydney («La prima Olimpiade, l'emozione più grande»), prontissima e trionfante a Volos, Europei 2006 («Quell'oro è il ricordo più bello»), pronta ma delusa ai Giochi di Atene, due anni prima, e quel flop Monica non l'ha mai digerito. Pronta è anche la carriera dopo la carriera. In palestra, dall'altra parte della pedana. «La ginnastica è la mia vita, la mia casa, altrove non mi vedo. Allenerò, magari partendo dalle più piccole. Un passo alla volta, senza fretta». A meno che qualcosa, o qualcuno, non sconvolga l'ultimo salto di Monica, quello verso la "pensione", costringendola a togliere il body dal fatidico chiodo. «Un rientro in Nazionale alla Maldini? Se dipende da me non credo, se dovesse arrivare una chiamata per necessità ci penserei - sorride -. Vorrebbe dire che il rinnovamento fatica ma il momento è difficile: due di noi hanno lasciato (Francesca Benolli e Federica Macrì), Vanessa (Ferrari) convive con i suoi guai fisici».
Monica tiene aperta una porticina. Poi scopri che la porticina è un portone. «Gli Europei a Milano sono troppo vicini (29 marzo-5 aprile). I Mondiali? Forse potrebbero essere l'occasione giusta». E intrigante. Dal 12 al 18 ottobre, a Londra. «Come i Giochi? È solo un caso». E se fosse solo un anticipo, olimpico?
© RIPRODUZIONE RISERVATA