Atalanta-Fratus: tutto finito
Si è dimesso anche dal Cda

Isidoro Fratus è totalmente fuori dall'Atalanta: il club nerazzurro ha emesso un comunicato in cui si dice che Fratus ha rassegnato le dimissioni da componente del Consiglio di amministrazione della società.

La notizia che aveva dato l'Eco di Bergamo in esclusiva dell'edizione di mercoledì parlava di dimissioni dal ruolo di amministratore delegato, ufficialmente per motivi di lavoro, ma si diceva che l'imprenditore di Telgate, 58 anni, azionista e consigliere d’amministrazione dal 12 aprile 2003, sarebbe comunque rimasto nel Cda. Così invece la rottura è totale.

L’indiscrezione che ipotizzava un suo disimpegno era nell’aria da tempo, ma solo martedì si era avuta la conferma che Fratus già alla fine della scorsa settimana aveva rassegnato le sue dimissioni dall’incarico di amministratore. La società ha però deciso di renderle pubbliche soltanto mercoledì pomeriggio. Fratus, interpellato telefonicamente, ha scelto di non fare commenti di alcun genere.

L’intenzione delle parti era probabilmente quella di non arrivare a strappi: invece il divorzio si è consumato in modo perentorio e definitivo. Ma cosa c’è dietro questa scelta? Il dirigente nerazzurro avrebbe preso questa decisione dopo la bufera di due mesi fa (18 marzo), quando la società di fatto gli proibì di fare una precisazione sul sito ufficiale, dopo che un cronista dell’Ansa aveva travisato una sua dichiarazione. E i Ruggeri, diramando sul sito una nota piccata nei suoi confronti, piuttosto che emettere un comunicato congiunto, avevano chiaramente fatto dei distinguo negli equilibri societari.

«La società non mi ha creduto, devo riflettere – aveva detto Fratus poche ore dopo quell’episodio –. Si dà più credito e una menzogna che alla mia parola. Dimettermi? Parlerò con il presidente». Una settimana dopo (25 marzo) era stato il presidente Alessandro Ruggeri a chiudere la partita: «Abbiamo chiarito e risolto tutto, Fratus farà querela per quella frase». Ma evidentemente la questione non era risolta. Anzi secondo più fonti da allora Fratus si era sempre più allontanato dalla vita societaria, dopo che già da un po’ di tempo aveva rinunciato alla quotidianità di Zingonia. E ora ecco le dimissioni.

Dietro tutto questo c’è la sua visione pragmaticamente «bergamasca» delle vicende nerazzurre, di fatto ogni giorno più lontana dalla gestione proposta dal direttore generale Cesare Giacobazzi, storicamente su posizioni esattamente opposte. Un esempio su tutti: Fratus aveva, tra i suoi pallini, Gigi Del Neri. Che dal 30 giugno non sarà più a Bergamo.

Le dimissioni di Fratus (e ora sarà interessante capire come reagirà Bergamo: era lui l’uomo dei rapporti con il mondo imprenditoriale e, soprattutto, con le istituzioni finanziarie) tra l’altro confermano quello che era evidente da tempo: la gestione dell’Atalanta in questo momento storico è completamente nelle mani del bolognese Cesare Giacobazzi, arrivato come «direttore aziendale» e dalla malattia di Ivan Ruggeri di fatto diventato l’uomo forte della società. Con il consenso, ovviamente, della famiglia Ruggeri.

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