Diego Caccia: «Si rischiava davvero di farsi male»

«Siamo partiti a una velocità blanda, dopo la faticosa tappa con arrivo a Bergamo – afferma l’inviato speciale del web, Diego Caccia –. Il percorso era davvero pericoloso, e dopo una caduta con il gruppo in marcia a soli 30 km/h, i leader della corsa hanno attuato la protesta, con l’assenso di tutti i corridori».

Sul tracciato, come conferma il corridore bergamasco, c’era di tutto: porfido, tratti in pavé, binari del tram da scavalcare, spartitraffico pericolosi, macchine parcheggiate in curva, carreggiate divise a metà da birilli, dove nel senso opposto le macchine potevano circolare.

«Dispiace per il pubblico – continua un amareggiato Diego Caccia – ma non ce la siamo sentita di proseguire la tappa come in tutte le altre giornate, soprattutto dopo la rovinosa caduta dello spagnolo Horrillo nella tappa di Bergamo. Mi sono sembrate davvero esagerate tutte le critiche subite da parte degli addetti ai lavori: se avessero avuto la fortuna di provare il percorso in bici, si sarebbero effettivamente accorti della sua pericolosità».

Lunedì 18 maggio il Giro d’Italia osserverà il primo giorno di riposo, in attesa di riprendere con la storica Cuneo-Pinerolo (262 km). «Finalmente una giornata di relax – conclude Diego Caccia – iniziavo a sentirne il bisogno. La sveglia sarà un po’ più tardi del solito, poi potremmo decidere se dedicarci ai massaggi o fare una sgambata in bicicletta. Nel pomeriggio ci aspetta un bel sonnellino, prima di un tonificante massaggio. Sarà la giornata ideale per tirare le somme di questa prima parte di corsa»

Simone Masper

© RIPRODUZIONE RISERVATA