Atalanta, confronto Colantuono-Reja
E i giocatori? Hanno le loro responsabilità

Tre punti in quattro partite hanno sprigionato evidenti insoddisfazioni sulla pur breve gestione-Reja. Inevitabile, a destra e a manca, già il confronto con il predecessore Stefano Colantuono.

Lo choccante flop casalingo con il Torino ha, poi, fisiologicamente scatenato perplessità sull’operato dell’allenatore goriziano.

Le cifre, tuttavia, parlano, per adesso, a favore di Reja che può vantare un punto in più in classifica sulla zona rossa rispetto a quando a Colantuono venne dato il fulmineo ben servito. Una differenza, proprio, minima sulla terz’ultima Cesena considerando che mancano nove giornate (l’equivalente di 27 punti in palio) al termine del tribolato torneo. Ma neppure se radiografiamo a puntino la squadra sotto l’aspetto tecnico e della mentalità si riscontrano sostanziali differenze tra i due distinti periodi.

Colantuono ci ha rimesso il posto in panchina perché indiziato di non dare un gioco accettabile e proficuo al collettivo e ultimamente di trasmettere ai nerazzurri scarso animus pugnandi in campo. Ebbene, limitandoci, alla sfida casalinga della vigilia di Pasqua non è che si sia vista una squadra dotata di schemi divertenti e con un approccio vincente al pronti via. Peraltro Reja ha avuto a disposizione anche un paio di settimane (complice l’interruzione del campionato per la nazionale) per scuotere l’intero gruppo e inventare qualche strategia tattica ad hoc. Stando così le cose è il caso di sostenere che «anche cambiando gli addendi (Reja con Colantuono) il risultato non cambia affatto».

Allora, non è che, al di là, dell’accostamento dei mister, i principali responsabili della deludente stagione siano da ricercare nei componenti della folta rosa? Risposta affermativa pronta e scontata specie al ricordo dell’ unanimità di consensi nei confronti dello stesso organico, definito qualitativo e completa in ogni ordine e posto.

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