Atalanta, il tempo è galantuomo
Riferimento a organico e mercato

«Il tempo è galantuomo». Dell’antico ma al tempo stesso sempre attuale e affidabile motto se ne appropria, spesso e volentieri, Pierpaolo Marino, operativo braccio destro della famiglia Percassi nel gestire il club di Zingonia.

«Il tempo è galantuomo». Dell’antico ma al tempo stesso sempre attuale e affidabile motto se ne appropria, spesso e volentieri, Pierpaolo Marino, operativo braccio destro della famiglia Percassi nel gestire il club di Zingonia.

E lo ha ribadito, pure in settimana, a noi rievocando la convincente prestazione dell’Atalanta bis, in quel di Napoli. Da lì a passare al mercato di riparazione, ormai in dirittura d’arrivo, c’è voluto gran poco. Prendendo lo spunto dalla partita di Coppa Italia, il direttore generale campano, ha sottolineato, con un certo orgoglio, la bontà delle seconde linee in grado di poter sostituire in maniera del tutto indolore, chi più chi meno, i titolari. E alla qualità va aggiunta la quantità delle pedine di cui dispone, all’occorrenza, mister Stefano Colantuono.

Ma che centra ciò con gli eventuali acquisti-cessioni della campagna invernale? Centra, signori, eccome. Facciamo un passo indietro. Ancor prima della partita giocata al «San Paolo» si era pubblicato che salvo clamorosi movimenti, magari dell’ultima ora, il club atalantino, dopo l’ingaggio di Benaluone, non avrebbe compiuto altre operazioni in entrata. E a sei giorni dalla chiusura delle trattative quella che allora era da considerare, comunque, una ipotesi si sta cementando, di ora in ora, solidamente. In effetti, certificabile risulta soltanto la voce-uscite nella quale figurano unicamente giocatori in esubero e in ogni caso di secondo piano. In quell’elenco, naturalmente, non figura Livaja come, del resto, ha precisato con fermezza il presidente venerdì scorso durante il blitz a Zingonia con il figlio Luca. Tornando a il «tempo è galantuomo» affidarsi fiduciosi, in ambito nerazzurro, ad altre mosse strategiche, intese nel più ampio senso del termine, non ci sembra proprio fuori luogo. A buon intenditor, poche parole...

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