Atalanta, ora tutti d’accordo
Saliamo sul carro. Verso l’Europa

Ma si, abbondiamo in generosità. Abbiamo deciso di accogliere proprio tutti sul sempre più affollato carro atalantino che insegue l’Europa. Un posto sul capiente mezzo dei vincitori lo riserviamo pure a chi, sino a poco fa, si affidava esclusivamente a tabelle e a calcoli aritmetici.

Ma si, abbondiamo in generosità. Abbiamo deciso di accogliere proprio tutti, nessuno escluso, sul sempre più affollato carro atalantino che insegue l’ Europa. Un posto sul capiente mezzo dei vincitori lo riserviamo, cioè, pure al folto gruppo di tifosi e media che sino a poco fa si affidava esclusivamente a tabelle e a calcoli aritmetici in ambito-salvezza.

C’è voluta la straordinaria impresa-record delle ultime sei vittorie di fila per aprire loro (finalmente!) gli occhi sul possibile sogno di accesso ad una Coppa internazionale. Contemporaneamente sono sparite di colpo le perplessità sul gioco della squadra, sulla precarietà delle scelte tecniche e tattiche di mister Stefano Colantuono, sulle presunte discutibili strategie di mercato e di gestione societaria della famiglia Percassi e dell’operativo braccio destro Pierpaolo Marino.

E meno male che, seppure in ritardo, tocchiamo con mano l’improvvisa e unanime metamorfosi. Da qui alla fine del campionato ogni componente, supporter, stampa e apparato dirigenziale saranno, allora, chiamati in perfetta sintonia a guardare avanti all’insegna di un traguardo, oggi come oggi, per nulla irraggiungibile. A strizzarci l’occhio in maniera evidente sono classifica e stato di salute dell’intero collettivo.

Anche a Bologna, del resto, i giocatori utilizzati dall’allenatore sono usciti dal campo con voti insufficienti. Ma c’è di più. Ai titolari inamovibili, già del resto celebrati in diverse occasioni, si sono aggiunte le conferme di De Luca e di Estigarribia, sul conto dei quali non è che la critica, per un verso o per l’altro, si fosse dimostrata troppo tenera. Da inserire ampiamente nel contesto Nica pure lui, in un certo qual modo, non esente da mugugni. L’unico della rosa a non aver, di nuovo, approfittato, del momento top della squadra è stato Ljvaia schierato nello spezzone finale. Vale la pena ripetersi: di talento, l’attaccante croato, ne ha parecchio da vendere ma se gli atteggiamenti in partita e fuori rimarranno tali difficilmente potrà risultare utile alla nostra causa in questo scorcio di stagione e nel prossimo futuro.

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