Bergamo dà l’addio a Casari
Percassi: «Trasmetteva energia»

«Ciao Bepi». Una scritta semplice su un lungo striscione appeso fuori dalla chiesa di Sant’Alessandro della Croce in Pignolo. E’ l’ultimo saluto dei tifosi della Curva nord al mitico Bepi Casari, il portierone dell’Atalanta.

«Ciao Bepi». Una scritta semplice su un lungo striscione appeso fuori dalla chiesa di Sant’Alessandro della Croce in Pignolo. E’ l’ultimo saluto dei tifosi della Curva nord al mitico Bepi Casari , il portierone dell’Atalanta.

A dare l’addio al n.1 nerazzurro tantissima gente. Nella parrocchiale sono stati esposti i labari dell’Atalanta e degli Atleti Azzurri d’Italia. Sul feretro la sciarpa nerazzurra degli Amici dell’Atalanta. La liturgia funebre è stata presieduta da mons. Tarcisio Ferrari e da don Walter Pala parroco.

Accanto ai familiari si sono stretti in tanti: amici, conoscenti, gente del quartiere, ma anche tifosi, calciatori, dirigenti della squadra.

Fra costoro il presidente Antonio Percassi: «Bepi Casari è stato uno degli sportivi più grandi della storia. Trasmetteva carica, energia e positività. Un grande, indimenticabile».

«Di Casari mi mancheranno gli sguardi intensi che mi rivolgeva dalla tribuna dello stadio in occasione delle gare dell’Atalanta - ha aggiunto Percassi -. Ed alla fine era solito condividere la gioia in caso di vittoria e di disappunto, ma in modo sempre moderato e costruttivo, quando l’esito e la prestazione della squadra avevano lasciato a desiderare. E’ stato veramente un grande sia nella vita di tutti i giorni sia come uomo di sport».

Al rito con Percassi, anche il direttore operativo Roberto Spagnolo, una rappresentanza del Club Amici dell’Atalanta, con il presidente Marino Lazzarini, il vice Roberto Selini e il segretario Tullio Panza oltre ad un gruppo di supporter della Curva Nord.

«Per i nostri associati – ricorda Lazzarini - Casari era da sempre un amico nel senso vero del termine. Non a caso, tre anni or sono gli abbiamo assegnato il prestigioso Premio Achille e Cesare Bortolotti, quale personaggio con la “P” maiuscola nell’ambito della società nerazzurra. Bepi, inoltre, non mancava mai nelle cerimonie e nelle ricorrenze organizzate dal Club. Insomma, come si suol dire, era di casa”. Sulla bara dell’ex portierone nerazzurro c’era la sciarpa degli “Amici dell’”Atalanta».

Monsignor Tarcisio Ferrari, già parroco di S.Alessandro della Croce lo ha ricordato, nell’omelia, come persona onesta, tutta di un pezzo, gioviale e religiosamente praticante.

«Le ampie pagine – ha puntalizzato - che gli hanno dedicato le testate giornalistiche locali hanno, del resto, equamente descritto lo spessore umano e morale dell’uomo non tralasciando di evidenziare i valori trasmessi agli sporivi nel corso della luminosa carriera da giocatore».

Il figlio Massimo ha, invece, sottolineato i profondi e concreti insegnamenti che papà Bepi ha trasmesso alla famiglia «anticipando, il più delle volte, i tempi su variegate vicende e su argomenti di non semplice interpretazione».

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