Bufera sul conflitto d’interessiGalliani: «Io non mi dimetto»

«Credo di aver bene operato finora. E le decisioni arbitrali non dipendono da me». Ma Massimo Moratti insiste: «Facchetti non ha parlato in termini accusatori, ma ha solo ripetuto che è una situazione un po’ imbarazzante»

La bufera arbitri sta spaccando in due il mondo del calcio professionistico italiano. Roma e Inter ripropongono con forza il conflitto di interessi, ma Adriano Galliani non ha alcuna intenzione di lasciare le sue cariche, né al Milan, né in Lega: «Io non mi dimetto, perché credo finora di aver fatto un buon lavoro. Se mi dimettessi, darei ragione a chi crede che abbia agito in favore o in sfavore di qualcuno. Non volevo nemmeno candidarmi, ho ceduto soltanto in seguito alle pressanti richieste degli altri presidenti, che poi mi hanno eletto democraticamente con 24 voti a favore e dieci schede bianche: nessuno ha votato contro di me».
Alla base della questione, scatenata da Facchetti, i torti subiti dall’Inter a Perugia e i presunti favori ottenuti al contrario dal Milan, in particolare i nove rigori di cui hanno beneficiato i rossoneri dall’inizio del campionato. Zero invece il numero di penalty assegnati contro la squadra di Ancelotti. «Ma io ho la coscienza a posto - precisa Galliani - non ho fatto niente per favorire il Milan. Se siamo primi è perché abbiamo comprato grandi campioni e perché ce lo meritiamo. La mia posizione è in discussione per gli errori arbitrali, ma questi non dipendono assolutamente dalla presidenza di Lega».
Intanto, però, Massimo Moratti insiste nell’offensiva contro Galliani: «’Non mi sembra che Facchetti abbia parlato in termini accusatori - afferma il presidente dell’Inter - , ma ha soltanto ripetuto che è una situazione un po’ imbarazzante. Non obblighiamo nessuno a fare un passo indietro. Dico solo che è una questione di buon gusto, ma comunque possiamo andare avanti così con la fiducia che tutto sarà regolare. Comunque io non sono mai stato d’accordo con la sua candidatura a presidente».

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