
«Ormai siamo vicini all’accordo». Con queste parole, pronunciate dal presidente dell’Ascoli, Benigni, al termine di una riunione informale che si è tenuta oggi in Lega, si apre uno spiraglio sul caos della serie B. Attorno al tavolo si sono trovati i cosiddetti presidenti «dissidenti» - Ivan Ruggeri (Atalanta), Attilio Romero (Torino) e Amilcare Berti (Triestina) - mentre i capitani delle squadre di B (tutti, dissidenti e non) annunciavano dalle rispettive città di essere disposti a non scendere in campo se a questo caos non si porrà fine.
Sono stati proprio loro, i tre presidenti ad annunciare di essere disposti a giocare, purché non si parta da meno quattro in classifica. «Chiediamo alla nostra controparte, e ci dispiace definire così la Lega - ha detto Romero - l’effettuazione delle partite non giocate ieri». Dunque, sembra essere questo il punto della discordia rimasto in sospeso: i presidenti accettano di considerare il campionato partito, purché venga concesso alle squadre di giocare la partita non disputata ieri, evitando così la penalità. «Questa - hanno detto i tre presidenti - è una pregiudiziale imprescindibile. Senza questa non si comincia neppure a parlare. Purtroppo ci sembra di avvertire ancora una certa rigidità dall’altra parte».
In serata il presidente della Lega, Adriano Galliani (che oggi non è mai stato nella sede di via Rosellini), ha replicato in questi termini: «Non c’é assolutamente alcuna rigidità da parte nostra. C’é semmai la massima disponibilità a trovare una soluzione, nel rispetto delle regole». Dunque, la soluzione potrebbe essere a portata di mano. «Partendo da questa base - hanno detto Romero, Ruggeri e Berti, che hanno parlato a nome della dozzina di società presenti oggi in Lega - ci possiamo dire ragionevolmente ottimisti. Ma una cosa sia chiara: non è vero che se siamo in presenza di questo caos è per i soldi. Anzi: non abbiamo mai chiesto una lira, purtroppo c’é stato chi sta tentando di screditarci».
Quanto all’altro motivo del contendere legato alle promozioni (6 dalla B alla A) e retrocessioni (quattro dalla A alla B), i «dissidenti» sono disposti a trattare. La soluzione più auspicata è al momento questa: cinque promozioni più una in cambio di tre retrocessioni più una. Il «più una» consiste in questa variabile: uno spareggio tra la 6/a di B e la quart’ultima della A. A chi vince, la serie A (a 20 squadre, a chi perde la serie B, a 24).
(08/09/2003)
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