Castigati dall’inferiorità numerica
Resta da salvare il primo tempo

È sufficiente l’inferiorità numerica per concedere un alibi al pesante flop subìto dall’Atalanta? No, anche se - senza l’espulsione di Benalouane sul risultato di 1-2 - le cose, magari, avrebbero potuto prendere una piega diversa.

Ma la grossolana ingenuità di Benalouane non è da addossare all’undici di mister Mancini. Come dire che l’Inter non va additata a colpevole per nessuna ragione al mondo. Di veramente buono i nerazzurri bergamaschi lo avevano regalato ai tifosi nel primo tempo o meglio nel corso della mezz’ora iniziale. Non a caso sino a quel momento la squadra aveva rimontato il gol lampo di Shaqiri (su rigore quanto meno dubbio) imponendo, per di più, agli sbalorditi e intimoriti avversari una superiore qualità di gioco e di occasioni davanti alla loro porta.

Metamorfosi totale, purtroppo, nella ripresa con l’Atalanta incapace di rendersi pericolosa praticamente per l’intera durata del tempo. E per l’Inter, già in vantaggio, si è trattato di andare pomposamente a nozze. Complice, naturalmente, anche l’uscita per infortunio di Moralez, fino a quell’istante tra i migliori in campo oltre ad essere stato l’autore della rete del pareggio, confezionata con stop e rasoiata di autentica classe.

La scelta di sostituire il trequartista argentino con il connazionale Denis non ha portato, proprio, nulla di convincente. Prendere quattro gol mettono, inevitabilmente, sul piatto degli indiziati la difesa. E anche in questo caso - tirando, comunque, in ballo, il senno di poi - chiedersi perché Biava sia rimasto inutilizzato in panchina non sembra del tutto fuori luogo.

Ribadiamo un concetto: un’Atalanta da sette pieno nel primo tempo, mentre dal rientro degli spogliatoi crisi profonda su ogni fronte. E il calendario non è affatto clemente dal momento che spedirà capitan Bellini e compagni, nell’anticipo di venerdì sera, a Torino, dove li attenderà sua maestà Juventus.

Arturo Zambaldo

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