Chatbi ok nei 3.000 siepi: niente medaglia
ma conquista il minimo per l’Olimpiade

Il suo primo allenatore Arrigo Fratus da qualche anno parla solo con gli occhi, e chissà che luce emanavano ieri sera: Jamel Chatbi ce l’ha fatta, la rinascita è completa, tra lui e la prima Olimpiade in carriera ora manca solo l’ufficialità federale.

Il verdetto arriva da Amsterdam, sede dei campionati europei, dove l’uomo che visse due volte dell’atletica di casa nostra (tre anni di stop tra il 2009 e il 2012 per squalifica dopo una positività) ha venduto cara la pelle: quinta piazza nei 3000 siepi, insufficiente per una medaglia, roba che basta e avanza (per le norme ufficializzate dalla Fidal poteva arrivare tra i primi otto) per essere convocabile per la kermesse a cinque cerchi.

Il piazzamento è arrivato al termine di una gara in cui la gazzella-operaia (risiede a Cividino di Castelli Calepio dal 1996, s’è sempre allenato nei ritagli di tempo di un lavoro in fabbrica) è stato protagonista dal primo all’ultimo metro. Terzo dopo i primi tre giri, secondo al quarto e al quinto, quarto al penultimo. Il crono finale è stato di 8’32”43, con vittoria per il francese Mekhissi-Benabbad (8’25”63), argento al turco Kaya (8’29”91) e il bronzo finito a un allunghino di distanza. A metterselo al collo è stato l’altro francese Kowal (8’30”79).

«Ho lavorato per quella medaglia e dentro di me ci credevo - ha detto alla fine Jamel, tesserato per Riccardi di Milano -. L’ho buttata ai 450 metri, quando sono uscito male da un ostacolo e sono ricaduto perdendo spazio rispetto a chi mi precedeva. Comunque sia mi sono battuto, non dimentichiamoci che a inizio anno preparavo la maratona e ho dovuto rifare la preparazione. Ringrazio tutti, compresi i massaggiatori…».

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