Doping, Ivan Gotti chiede di patteggiare cinque mesi

Il patteggiamento è stato chiesto anche dal suocero dell’ex professionista bergamasco

L’ex professionista bergamasco Ivan Gotti, vincitore di due giri d’Italia, è tra i cinque dei 35 imputati, tra atleti, medici, farmacisti, che hanno chiesto a Padova di patteggiare nell’udienza preliminare riguardante l’inchiesta padovana sul doping. Davanti al gup Claudio Marassi, Gotti ha chiesto il patteggiamento a cinque mesi per le accuse di violazione della legge antidoping, ricettazione e violazione delle norme che regolano le scommesse delle gare sportive. Il patteggiamento è stato chiesto anche dal suocero di Gotti, Arcangelo Gamba, alla guida di un camper che gli investigatori avevano definito «una sorta di farmacia». Il gup deciderà il 4 febbraio.

Gli altri imputati, invece, andranno davanti al gup il prossimo 27 novembre, tranne uno che ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato. Ammesse dal gup anche le parti civili. La Rcs-Gazzetta dello Sport, il ministero delle finanze e la Alessio Corse, uniti nella volontà di chiedere conto dei danni economici e d’immagine causati dalla bufera provocata dallo scandalo. Caleste e Andrea Alessio, titolari del team Alessio di San Giorgio in Bosco per il quale correva Gotti, hanno chiesto un milione 460mila euro come indennizzo per i danni d’immagine subiti.

Era la sera del 6 giugno 2001 quando negli alberghi di Sanremo che ospitavano il giro d’Italia fecero il loro blitz gli agenti della guardia di finanza di Padova che, coordinati dall’allora pm Paola Cameran, oggi passata al collegio giudicante, scoprirono le sostanze dopanti.

(23/10/2003)

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