G di «Gasp», S di «Sesto posto»
Ecco l’alfabeto atalantino del 2016

Per chiudere in bellezza l’annata atalantina ecco l’«alfabeto» nerazzurro di fine anno. Dalla A di «Avvio» alla Z di «zoom», il 2016 raccontato alla maniera di Pier Carlo Capozzi.

AVVIO Prima partita dell’anno e Befana tristissima per l’Atalanta. Per più motivi. Si gioca all’ora di pranzo e questo già ci dice male. Si gioca a Udine contro la squadra allenata da Colantuono che, evidentemente, ci tiene a far bella figura. Edy Reja, lo stesso. Vincerà l’Udinese 2 a 1, ma in panchina ci saranno già interessanti proiezioni future. Col numero 96 si accomoda il Primavera Matteo Gasperoni, mediano tuttora in forza a Bonacina. Da Gasperoni a Gasperini, tutt’altro che un diminutivo.

BUCANIERI Passano infatti appena quattro giorni e a Bergamo si presenta il Genoa di Gian Piero nostro (adesso). Partita spettacolare e rossoblù corsari con vittoria finale per 2 a 0. Il primo gol è su assist di Rincón, il secondo è di Pavoletti, entrambi venduti l’altroieri da Preziosi che, notoriamente, alla sessione natalizia, tra i suoi Giochi, adora il “mercante in fiera”. Mossa decisiva del Gasp risulterà la sostituzione di Suso (ammonito) con Capel. Della serie “ci ha fatto barba e Capel”.

CAFONI Il premio «buzzurri dell’anno» viene vinto a braccia alzate dai tifosi dell’Udinese presenti a Bergamo l’otto maggio, giorno dell’addio di Gianpaolo Bellini, bandiera atalantina e molto altro ancora. Mentre il capitano, a partita conclusa, saluta a centrocampo compagni e tifosi al microfono, lorsignori, molto probabilmente inzuppati di grappa, continuavano imperterriti i loro canti tribali. Ben sappiamo che i friulani sono tutt’altro e, infatti, ci viene in soccorso un loro proverbio: «L’arbe triste ’a cres pardùt, e nissùn la mangje».

DENIS Addio di German il 30 gennaio, col gol numero 56 su ribattuta da rigore respintogli da Consigli (che ben conosceva), e ovazione finale, tra lacrime ed applausi, a pochi minuti dal termine per un saluto pieno di affetto come si meritava. Se ne va un cannoniere che ha tenuto a galla la squadra in almeno tre campionati, il primo straniero per reti realizzate, il quarto atalantino di sempre. Essergli riconoscenti è d’obbligo. Grazie Tanque.

ETRIT Detto così sembra un elettrodomestico da cucina o un antinfiammatorio. In realtà è il nome di Berisha, portiere che ha preso il posto di Sportiello e che ha contribuito in maniera determinante a questo fantastico girone d’andata. Se poi, tra una parata e l’altra, ci volesse scacciare un mal di ginocchia o centrifugare tre carote, sarebbe solo il benvenuto.

FORO Guglielmo Stendardo pare abbia concluso col Pescara. Che aveva bisogno di un difensore. Meglio ancora se avvocato difensore.

GIULIO Poteva vantare Gaetano Scirea come suo testimone di nozze, il Giulio Ceruti, storico e simpaticissimo massaggiatore atalantino, volato via a 77 anni dopo troppe sofferenze. Giulio era un uomo di società, uno che, nello spogliatoio della Primavera, faceva abbassare le arie ai giovani presuntuosi e incoraggiava chi, invece, giocava poco. Giulio era uno di quei personaggi poco conosciuti, ma tanto, tanto preziosi e non soltanto per i muscoli dei giovanotti. Ora, lassù, ha già ritrovato la sua Angela e il suo testimone.

HOSTESS Splendide nella loro divisa, oltre ad essere l’efficienza e la gentilezza fatte ragazze, sono anche una gioia per gli occhi. Era fin troppo facile prevedere che, con hostess così di servizio allo stadio, sarebbe stato doveroso per l’Atalanta volare tanto in alto.

INSONNIA È quella che colpisce il presidente Percassi alla vigilia della partita col Napoli, dopo che Gasperini gli ha comunicato la formazione che vuole mettere in campo. Conti, Caldara e Gagliardini dall’inizio. Il presidente passa da un incubo all’altro, ma è grandioso nell’accettare le decisioni del suo allenatore e nel riconfermargli la fiducia. Dopo la partita s’addormenterà felicissimo nel letto. Curiosità per il sonnifero prescelto tra Halcion, Dalmadorm, Felison, Minias, Stilnox e Nottem. Nessuno di questi. Due gocce di Gasp e una pillola di Petagnax.

KESSIE L’autentica sorpresa di questa stagione. Arriva a Zingonia a gennaio, praticamente a piedi scalzi o quasi e spiega che lui, in Africa, non ha mai sbagliato un rigore. Ribadisce il concetto, nel primo allenamento, battendo Frezzolini, dal dischetto, col cucchiaio. Frezzolini la prende malissimo. Come Paloschi quando, lui che è designato rigorista, si vede togliere il pallone dalle mani dall’ivoriano che realizza, dagli 11 metri, il gol decisivo col Torino. Gasp s’arrabbia, le gerarchie devono essere rispettate. Infatti, la settimana dopo, il rigore a Cagliari lo tira Paloschi. E sbaglia. A ‘sto punto è meglio che li tiri Franck. Parola di Frezzolini.

LACERANTE Dev’essere stato il dispiacere del figlioletto di Gomez nel vedere il padre, in vacanza natalizia con lui, mentre fanno due tiri sulla sabbia, entrargli a pieni uniti per portargli via il pallone. Mattacchione che non è altro, dopo i filmati da provetto ballerino ecco questo qui in cui, più che da Papy, si manifesta da Papu.

MINO Oppure Mago oppure Meda, per identificare Favini va tutto bene all’altezza della emme. Nessuna polemica, per amor del cielo, ma solo una considerazione. Quella che il grande Mino si sia perso la gioia di vedere stabilmente in prima squadra questa nidiata di monelli che sono il frutto anche del suo lavoro negli anni addietro. Il tempo non ha favorito l’incantesimo, ma lui se lo sarebbe davvero meritato. Tutto qui.

NOVE SETTIMANE E MEZZO Una zampata felina è quella che ha consentito a D’Alessandro di segnare in extremis il gol vittorioso sull’Empoli nell’ultima partita dell’anno. Poi s’è tolto la maglia. E gli sono saltati addosso tutti manco fosse Kim Basinger.

OOOH Espressione di gradevole sorpresa da parte di chi arriva per la prima volta nella tribuna ristrutturata e, specialmente, nei pitch view, settori a diretto contatto col prato di gioco e con le panchine. Inaugurati il 30 agosto, sono i primi in Italia e il fiore all’occhiello del nostro stadio, già oggetto di interessamento da parte di altre importanti società. Per noi puristi stride solo un pochino l’accezione straniera del termine che, tradotto, starebbe per “vista sul campo”. Che ci sembra persino poetico.

PESCARA Città legata scaramanticamente all’Atalanta in questo scoppiettante inizio di campionato. Gasp è stato giocatore biancoazzurro, lì si è vinta una partita cruciale (in campo neutro) col Crotone a settembre e, un mese dopo, contro i legittimi padroni di casa con il primo gol di Mattia Caldara. Una città portafortuna, insomma, che ha fatto uscire i neroazzurri da un momento oscuro, come scrisse Gabriele D’Annunzio, illustre figlio di Pescara: “L’alba separa dalla luce l’ombra”. Un’Alba Adriatica.

QUADERNO A differenza di altri colleghi che prendono appunti in continuazione (Sarri e il suo proverbiale taccuino, ad esempio), Gian Piero Gasperini non ha questa abitudine. Per la chiarezza espositiva che può vantare, e per i risultati che porta a casa, parla come un libro stampato.

REJA Fatto salvo quel dannato periodo in cui non si vinceva nemmeno con le bombe a mano, Reja ha portato a termine un lavoro eccellente. Ha ridato tranquillità quando è subentrato ed ha terminato il torneo successivo con grande dignità, andando a vincere proprio in casa del mister che avrebbe preso il suo posto il 15 maggio, ultima di campionato (Genoa 1- Atalanta 2). In quella partita ricordiamo una magistrale prestazione di Gagliardini, di cui il tecnico friulano aveva intuito le potenzialità. E’ giusto riconoscergli di aver tracciato il sentiero. Anche lui incrociò il Pescara, subentrando a Ilario Castagner, già al Settore Giovanile atalantino. E qui ci fermiamo perché il ginepraio si sta facendo complicato.

SESTA La posizione in classifica a fine anno. Uno spettacolo. Di solito, quelli che si mettono a correre, è perché hanno ingranato la quarta. O la quinta. L’Atalanta è straripante. Le occorre una sesta.

TRASFERTE Grazie alla meritoria attività del Club Amici, sono tornate con una certa continuità le trasferte in pullman. Famiglie intere, gruppi di simpatizzanti, ragazze imbandierate, pranzo al sacco e tanta allegria. Che pretesto meraviglioso è l’Atalanta !

UCCELLI DEL MALAUGURIO Dopo la partita amichevole di luglio col Lumezzane, finita 5 a 3, registriamo i commenti di due tifosi imbufaliti. Il primo, Marco, non ha dubbi: “Confermo la mia previsione, Gasperini non arriva al panettone”. Rima a parte, chiaroveggenza totalmente sballata. Romano, invece, se la prende col nostro attaccante che, nell’occasione, aveva sbagliato un rigore: “ Non capisco la cocciutaggine con la quale si vuole imporre per forza Petagna in squadra che è un autentico bidone”… Il mago Otelma, al confronto, è uno che se ne intende.

VERRA’ (L’anno che) Caro amico ti scrivo - cantava Lucio Dalla- così mi distraggo un po’. Ecco, l’anno che verrà ci piacerebbe proprio che fosse migliore di questo. Perchè si dice sempre così. Certo, un sesto posto mica lo si può buttar via. Quello no. Magari ci piacerebbe uno stadio sempre più tranquillo e pieno di bambini. Orari delle partite meno scombinati. Una nuova formula per la Coppa Italia. Lo speaker che grida un po’ di meno. Abbiamo capito, siamo troppo esigenti !

ZOOM Sono quelli in possesso dei nostri amici fotografi (citiamo Paolo Magni per tutti), autentici cannoni da far paura per catturare immagini anche dall’altra parte del campo. Corollario specialissimo e prezioso che arricchisce le nostre parole e rende più gradevole la lettura di cronache e commenti. I fotografi, sempre in prima fila, rischiando pioggia, freddo e petardoni, ci regaleranno altre bellissime istantanee nel nuovo anno. Per ringraziarli del loro lavoro abbiamo pensato ad un fiore virtuale. Da mettere nei loro cannoni.

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