L’Atalanta perde anche con la Lazio
Affondata da una doppietta di Klose

È ormai una maledizione: l’Atalanta ha perso anche all’Olimpico di Roma contro la Lazio e ora sono diventate 14 le giornate senza una vittoria. Sembrava una serata favorevole e invece i nerazzurri, che avevano centrato un palo con D’Alessandro al 17’ pt, sono stati colpiti al primo tiro dei biancocelesti (Klose al 23’ st) e definitivamente affondati nel recupero (50’ st, ancora Klose).

LAZIO-ATALANTA 2-0

RETI: 23’ st e 50’ st Klose.

LAZIO (4-2-3-1): Marchetti 6; Patric 5,5, Mauricio 5,5, Hoedt 6, Braafheid 5,5; Onazi 6 (36’ st Parolo sv), Cataldi 6 (28’ st Biglia 6); Felipe Anderson 6,5, Mauri 6, Kishna 5 (13’ st Keita 6,5); Klose 6,5. In panchina: Berisha, Guerrieri, Gentiletti, Parolo, Lulic, Candreva, Djordjevic, Matri. All. Pioli.

ATALANTA (4-3-3): Sportiello 5,5; Masiello 6, Toloi 5,5, Paletta 6, Brivio 5,5; Cigarini 5,5 (26’ st Gakpé 5,5), De Roon 6, Kurtic 6; D’Alessandro 6,5, Pinilla 6 (13’ st Borriello 5,5), Gomez 5,5 (26’ st Diamanti 5,5). In panchina: Bassi, Stendardo, Conti, Cherubin, Dramè, Raimondi, Freuler, Migliaccio, Monachello. All. Reja

Arbitro: Guida di Torre Annunziata 6,5.

A consolare l’Atalanta (30) non sono i suoi risultati, ma i tentennamenti delle rivali nella lotta per non retrocedere: l’unica pericolante a vincere è stata il Carpi (25) che ha fermato la rimonta del Frosinone (26) e con i ciociari, ancora terzultimi a -4 dai nerazzurri, hanno perso pure Udinese (30) e Palermo (27). La bagarre per la salvezza si è infiammata e per il momento sono Palermo, Frosinone e Carpi a sgomitare per una poltrona salvezza (il Verona, a quota 19, è virtualmente retrocesso), ma i bergamaschi restano a rischio. Perché non sanno più vincere e segnano pochissimo. L’Atalanta dovrà mantenere ben saldi i nervi per non essere risucchiata.

Contro la Lazio 2, che pensava all’Europa League non avendo più stimoli in campionato, l’Atalanta aveva una chance ghiotta per rilanciarsi e l’approccio al match è stato giusto con due palle-gol nei primi 20’, aggressività, concentrazione e convinzione. Ma nella ripresa l’intensità è scemata ed è emerso qual vecchio marpione di Klose, ovvero il giocatore che ha realizzato più gol nella storia dei Mondiali e che nel torneo in corso non aveva ancora segnato, e per i nerazzurri è stata notte fonda.

In avvio D’Alessandro (indiscutibilmente il migliore dei nerazzurri) e Gomez hanno dimostrato di poter far male sulle fasce, dove la Lazio opponeva Braafheid e Patric, all’esordio da titolari in campionato. Al 17’ pt Gomez rubava palla a Maurizio, passava a Pinilla che smarcava sulla destra D’Alessandro: l’esterno, sull’uscita di Marchetti, calciava rasoterra colpendo un palo clamoroso. E al 19’ pt Gomez tentava di sorprendeva da fuori area Marchetti che si salvava in corner. Lazio non pervenuta, i nerazzurri pressavano subito, la difesa giocava molto alta e i biancocelesti non erano in grado di combinare nulla. Al 37’ pt Pinilla da destra calibrava un traversone basso per Kurtic, anticipato di un pelo da Mauricio.

Nella ripresa, ancora Atalanta più motivata, anche se non incisiva. Al 13’ st Reja ha deciso di sostituire Pinilla con Borriello e il cileno non ha digerito assolutamente il cambio. La Lazio ha continuato a trotterellare stancamente, ma al 23’ st ha scovato un varco nella difesa dei bergamaschi: Mauri si è incuneato centralmente in area, Sportiello l’ha atterrato (sarebbe stato rigore ed espulsione), ma la palla è carambolata a Klose che ha infilato la porta vuota.

L’Atalanta ha avuto un sussulto e al 25’ st un rasoterra di Cigarini ha lambito il palo alla destra di Marchetti. Un minuto dopo Reja ha inserito Diamanti e Gakpé per Gomez e Cigarini e il modulo si è trasformato da 4-3-3 a 4-2-3-1 con Diamanti centrale alle spalle di Borriello. Il gol incassato ha però rappresentato una mazzata psicologica per i nerazzurri che hanno sì reagito, ma senza efficacia e ferrea determinazione. E così al 50’ st c’è stato il raddoppio laziale: contropiede sulla destra di Anderson e assist per il tocco elementare di Klose in rete.

Abbiamo già ricordato D’Alessandro che ha giocato una partita positiva e con maggior continuità di rendimento del solito, anche se sull’azione della palla-gol al 17’ avrebbe dovuto essere più risoluto. Pinilla non ha mai tirato in porta, però si è segnalato per due assist che avrebbero potuto produrre altrettanti gol e forse qualche minuto in più avrebbe potuto giocarlo, mentre Gomez, che rientrava dopo l’infortunio, si è ben presto perso. A centrocampo non è svettato nessuno, mentre la difesa non è caduta quasi mai in affanno, ma è bastato un episodio per farla franare.

Domenica prossima match casalingo contro il Bologna, inutile dire quale dovrà essere l’obiettivo. Reja è a rischio esonero, ma probabilmente al tecnico goriziano sarà data l’ultima chance contro i felsinei, prima della sosta. Per lui è la settimana decisiva.

Marco Sanfilippo

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Atalanta in campo all’Olimpico di Roma contro la Lazio nella 29ª giornata del campionato di serie A. Dopo il ko del Frosinone a Modena contro il Carpi, i nerazzurri hanno la grande chance di staccare i ciociari, terzultimi a -4 dai bergamaschi, ipotecando in pratica la salvezza.

Mister Reja presenta un’Atalanta con il 4-3-3 e c’era grande curiosità sul trio che avrebbe giocato in attacco: ebbene, Pinilla è il centravanti (Borriello in panchina) e a supportarlo ci sono Gomez (al rientro dopo l’infortunio) e D’Alessandro, preferito a Diamanti. Il centrocampo è quello consueto con de Roon centrale affiancato da Kurtic e Cigarini, mentre in difesa c’è l’innesto a sinistra di Brivio con Masiello a destra e la coppia centrale formata da Toloi e Paletta.

Come preannunciato, la Lazio è in pratica la Lazio 2 considerato che per i biancocelesti la priorità assoluta è l’Europa League con il ritorno degli ottavi di finale contro lo Sparta Praga in programma giovedì prossimo (1-1 in trasferta all’andata). Da segnalare l’esordio come titolari dei due terzini, Patric a destra e Braafheid a sinistra, mentre l’unica punta del 4-2-3-1 è il vecchio Klose. Attenzione però a Felipe Anderson sulla destra.

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