Nuova istanza per il «Bocia»
Richiesta la revoca della sorveglianza

L’istanza bocciata a giugno è stata riproposta perché il capo ultrà è uscito indenne dal processo per l’associazione

Nuova istanza di revoca della sorveglianza speciale per Claudio Galimberti, 44 anni, detto «Bocia», leader della Curva Nord atalantina. L’hanno presentata i suoi legali, gli avvocati Enrico Pelillo e Andrea Pezzotta, dopo che la precedente a giugno era stata rigettata dal collegio del tribunale di Bergamo presieduto da Vito Di Vita.

Due sono gli elementi di novità che hanno indotto i difensori di Galimberti a riformulare la richiesta. Il primo è che, nel frattempo, il 6 luglio scorso, per Galimberti è intervenuta l’assoluzione dal reato di associazione per delinquere, e cioè, la più grave tra le accuse finora piovute sul capo del leader ultrà. Dunque, ragionano i legali, se davanti ai giudici di primo grado è caduta l’associazione per delinquere, la presunta pericolosità sociale del «Bocia» viene sensibilmente ridimensionata.

L’altro elemento è che Galimberti in estate (e proseguirà ancora per qualche settimana) ha lavorato in un ristorante delle Marche, rigando dritto. Queste sono le due principali argomentazioni che verranno esposte dai difensori oggi, durante l’udienza davanti al collegio del tribunale di Bergamo che si occupa dell’applicazione delle misure di prevenzione. La decisione si conoscerà solo nei prossimi giorni.

A Galimberti la sorveglianza speciale era stata applicata il 13 febbraio 2016: divieto di partecipare a pubbliche manifestazioni, di incontrarsi con pregiudicati e obbligo di restare in casa dalle 22 alle 6.

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