
(Foto di N/A)
In onda stasera (ore 23,10, RaiUno) la puntata sul mondo del calcio registrata ieri. In studio anche il leader degli ultras dell’Atalanta
C’era Claudio Galimberti, per tutti Bòcia, ieri pomeriggio, a rappresentare la curva dell’Atalanta nella registrazione della trasmissione Porta a Porta che andrà in onda stasera alle ore 23.10 su RaiUno. Il padrone di casa Bruno Vespa ha messo di fronte i protagonisti del mondo del pallone e dello sport in generale: giornalisti e addetti ai lavori da una parte e ultras dall’altra. Seduto in prima fila accanto al rappresentante della tifoseria bresciana, il Bòcia è stato a lungo il protagonista della puntata: ha sostenuto le ragioni di quello che viene considerato un mondo quasi a parte. «Il calcio è una vera passione che ci hanno tramandato i nostri genitori. È una questione di lealtà e rispetto che va ben al di là dell’evento sportivo». I rappresentanti delle tifoserie di Milan, Atalanta, Brescia, Sampdoria, Avellino e Cavese, ospitati lunedì sera da Vespa, si sono detti vessati, tassati, scortati e discriminati ogni domenica. E a tratti questi aggettivi sono sembrati calzanti nel corso della trasmissione: i tifosi presenti in studio sono stati costretti a ribattere alle accuse dei veterani della comunicazione sportiva ospiti di Porta a Porta. Aldo Biscardi, Giampiero Galeazzi e Candidò Cannavò più volte hanno inasprito i toni di una discussione non semplice. Più pacati gli interventi di Maurizio Mosca e Luciano Moggi in collegamento rispettivamente da Milano e Torino.
La polemica s’è fatta aspra, il Bòcia ha risposto con veemenza. «Di chi è il calcio oggi? La tradizione e la storia calcistica voleva che il calcio fosse della gente, mentre oggi non è più così. Oggi - ha continuato Galimberti - mancano i personaggi di spessore, presidenti come Rozzi, Anconetani e Bortolotti. Gli unici a essere rimasti leali e coerenti siamo noi tifosi, coloro che rappresentano la città e i colori sociali».
(12/10/2004)
© RIPRODUZIONE RISERVATA