Punto guadagnato o mezza sconfitta?
Due tesi opposte, entrambe sostenibili

Punto guadagnato col Chievo o mezza sconfitta? L’uno e l’altro. Il pareggio, infatti, consente ai nerazzurri di mantenere tre lunghezze (due effettive).

Il distacco è dal terz’ultimo Cagliari (per i calcoli della classifica avulsa) e quindi nei confronti della zona a rischio. La mancata vittoria, viceversa, è da ritenere malinconicamente amara.

Sì, perché essere rimontati a fine gara e per di più da un episodio arbitrale non nitido (fuorigioco dell’intramontabile Pellissier?) secca eccome. In ogni caso, per la cosiddetta equità intellettuale va detto, senza tergiversare, che la suddivisione della posta in palio va onestamente accettata.

Atalanta e Chievo, infatti, si sono pressoché equivalse sotto parecchi aspetti, quello tecnico e agonistico in primis. Nerazzurri superiori nel possesso palla e in fase offensiva sin dal via consapevoli del fattore campo a favore e di una formazione, quanto meno, sulla carta più qualitativa.

Ma in rare circostanze l’Atalanta ha, poi, messo in difficoltà la retroguardia veneta. In avanti, cioè, sono emersi i soliti problemi negli affondi nell’area avversaria. L’atteso innesto di Pinilla, in coppia con Denis, è risultato impalpabile.

D’accordo, bisogna concedere al cileno tutte le attenuanti del caso (impatto in assoluto con i compagni) anche se qualcosina di meglio era auspicabile. Meno male che la difesa si è mossa in maniera sufficiente (ok il rietro di Biava) con Sportiello sugli scudi nelle battute iniziali.

Rispetto a Genova non ha convinto Baselli: meglio ha giostrato nella ripresa Cigarini partito dalla panchina. Gran gol quello di Zappacosta che ha, così, bissato la rete e la maiuscola prestazione offerta allo stadio Marassi.

Ed a proposito del 2-2 in Liguria, con il Chievo l’Atalanta ha, purtroppo, imitato il passo del gambero con il calendario non per nulla clemente visto che nel prossimo turno ci sarà la trasferta di Milano, sponda rossonera.

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