Remer, ok la politica dei giovani
Ma poi non si pretenda la luna

Il “non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca” sta a pennello parlando di Remer. Sì perché la non casuale politica dei giovani, coniugata dal club trevigliese specie ai giorni nostri tiene eccome conto dello stimolante premio in euro messo in palio dalla Lega.

Il “non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca” sta a pennello parlando di Remer. Sì perché la non casuale politica dei giovani, coniugata dal club trevigliese specie ai giorni nostri tiene eccome conto dello stimolante premio in euro messo in palio dalla Lega.

Riassumiamolo in estrema sintesi: pioverà denaro fresco nelle casse dei club che avranno concesso il maggior minutaggio agli under in organico. Bene, quindi, la Remer nel concorrere attivamente alla singolare competizione dal momento che la valorizzazione dei baby rientra nel suo conclamato Dna.

In tal caso, però, diventa automatico chiudere, di tanto in tanto, gli occhi di fronte a verdetti avversi sul parquet di gioco e relative corse a obiettivi fuori dalla portata. Ne è la conferma l’ingaggio della scorsa settimana del ventenne Gaspardo.

Etichettarlo rinforzo nel vero senso del termine ce ne vuole. Realistico, invece, ritenerlo un cambio di belle speranze da impiegare comunque all’occorrenza anche per non perdere di vista il citato premio di fine stagione. Si sarebbe trattato di palpabile rinforzo qualora si fosse regalata a coach Adriano Vertemati una pedina da inserire subito nel quintetto base.

In ogni caso, scoppola di domenica contro Matera a parte (nessun allarmismo, può accadere in certe circostanze)la variegata rosa della Remer votata più alla linea verde ci sta procurando abbastanza soddisfazioni. Dimenticando la vetta della classifica (ci sarà la promozione diretta) per capitan Rossi e compagni centrare i playoff non sarà un compito arduo agevolati dagli otto posti a disposizione. Numero, questo, alla mano in grado di ripagare così i notevoli sforzi finanziari dei preposti alla gestione societaria e una tifoseria mai venuta rigorosamente meno al ruolo che le compete.

Arturo Zambaldo

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