Remer, perché il minimo sindacale?
Comark, si può dare molto di più!

Bilancio, quello della Remer, in linea con l’ammissione alla prossima serie A2, finalmente formato unico.

Le tre vittorie centrate dai trevigliesi nelle iniziali sei giornate di gara garantiscono, come media, il salto di qualità al quale accederanno i primi tredici club classificati al termine della stagione sportiva. Obiettivo, comunque, da minimo sindacale visto il buon impatto del team orobico in questo scorcio di torneo. E, allora, perché non alzare l’asticella delle ambizioni rincorrendo, a pieno titolo, gli affascinanti playoff?

Per modificare in corsa i traguardi, però, ci si dovrà posizionare almeno quarti nella regular season. In tal caso si renderà, comunque, necessario attingere sul mercato per allargare l’organico. Individuare la pedina ideale sarà compito specifico del general manager Euclide Insogna che, in quattro lustri di operatività, ha sbagliato gran poco nelle valutazioni. Certo, l’eventuale operazione costringerà la dirigenza a nuovi sacrifici finanziari. Ma non ne varrebbe la pena?

Viceversa il percorso della Comark è stato deficitario. Per una squadra confezionata in estate per puntare in alto, le quattro sconfitte subite e i due successi parlano da sé. Palpabili le prove sottotono della maggior parte dei giocatori, tra l’altro, enfatizzati in fase dei rispettivi ingaggi. I casi sono due. O si sono sopravvalutati gli acquisti oppure bisogna pretendere da tutti un maggior rendimento.

Chiamati in causa, al riguardo, il preposto alla campagna estiva e l’allenatore. Un paio di settimane fa su questo sito on line avevamo auspicato un urgente piano di rafforzamento. Messaggio (anche se non confermato ufficialmente) recepito dal presidente Massimo Lentsch e dallo sponsor Vincenzo Locatelli, uno che mastica sapientemente basket da una quindicina di anni tra Celana, Orobica e Treviglio.

Arturo Zambaldo

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