Sospese la partita per insulti razzisti
Trocchia premiato:serve educare i mister

«Abbiamo alzato un sano polverone, tirato fuori il meglio dal peggio». Igor Trocchia non si aspettava tanto clamore quando ha deciso di ritirare la squadra esordienti del Pontisola che allena in provincia di Ponte San Pietro in risposta a un insulto razzista subito in campo dal suo tredicenne centravanti originario del Burkina Faso.

Il fatto è avvenuto lo scorso primo maggio nel corso di un torneo in cui il Pontisola stava affrontando i pari età del Rozzano. In campo Yassine Sankara è stato oggetto di frasi razziste e a fine gara non ha voluto stringere la mano a chi poco prima lo aveva offeso. Trocchia, dopo aver verificato l’accaduto, ha quindi deciso d’intesa col resto della squadra e con i dirigenti della società di dare un segnale forte ritirando immediatamente la squadra dalla competizione.

Il gesto non è passato inosservato, anzi. Le Fiamme Gialle infatti hanno deciso di invitare l’allenatore - ex calciatore napoletano trasferitosi con la propria famiglia nella Bergamasca dall’età di 12 anni - presso la sede del Centro Sportivo della Guardia di Finanza a Castelporziano proprio nel giorno in cui sono stati premiati gli alunni dell’Istituto comprensivo Montalto di Castro che si sono aggiudicati il «Premio Fair Play» partecipando al torneo di calcio studentesco «Junior Club» nella categoria giovanissimi. A Trocchia è stato poi consegnato uno speciale «Premio Fair Play»: «Mi ha veramente onorato, ma col mio gesto non avrei mai creduto di sollevare un polverone così sano. Mi sono reso conto nei giorni successivi che è stata una decisione quasi unica, ma a me è sembrata una cosa semplice da fare».

Trocchia rivolge anche un invito alla Federcalcio: «A parte le norme, la Federazione dovrebbe creare degli istruttori con competenze specifiche a livello pedagogico. Prima di affidargli i ragazzi, i tecnici vanno formati, e la Figc deve colmare questa lacuna».

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