«Sostanza di una crema cicatrizzante
Al controllo di ottobre l’avevo dichiarata»

L’amarezza della campionessa paralimpica bergamasca: «Mi ritrovo a dover saltare un Mondiale in un anno fondamentale senza ancora aver provato una definitiva cura per la mia ulcera all’apice del moncone».

La campionessa paralimpica bergamasca Martina Caironi è stata sospesa mercoledì 6 novembre, in via cautelare, dalla Procura nazionale antidoping in seguito agli esiti di un test nel quale è risultata positiva «alla sostanza “Clostebol Metabolita” (un metabolita di steroide anabolizzante, ndr) effettuato dal Comitato controlli antidoping di Nado Italia il 17 ottobre 2019 a Bologna». In riferimento al procedimento di sospensione cautelare ricevuto, l’atleta ha dichiarato: «In attesa dell’esito delle controanalisi del campione B, dichiaro di essere a conoscenza della sostanza contenuta nella crema cicatrizzante che ho assunto. Tale crema veniva da me acquistata nel gennaio 2019 dopo tre mesi di sofferenza per ulcera all’apice del moncone. Si tratta di una ferita aperta che nessuno farmaco è riuscito a richiudere e nemmeno il non utilizzo delle protesi da cammino e da corsa, con evidenti disagi importanti. In gennaio ho chiesto al medico federale la possibilità di usare questa crema e mi è stato detto che doveva essere usata localmente e a piccole dosi, e che non era necessario il TUE per le quantità troppo basse. Faccio il test antidoping a luglio, che risulta negativo. Da quel momento la ferita si apre altre due volte ma in maniera meno grave e quindi ho ritenuto di poter continuare in piccole dosi in quanto sicura di non incorrere in alcun tipo di infrazione, tanto è vero che all’ultimo controllo antidoping di ottobre ho dichiarato tale sostanza. Mi ritrovo a dover saltare un Mondiale in un anno fondamentale senza ancora aver provato una definitiva cura per la mia ulcera».

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