Tiri liberi sul basket orobico
Non toccate i coach di Withu e Treviglio

La Bergamo baskettara coniuga raramente il malvezzo del cambio del coach quando i risultati vengono meno.

A certificarlo, di questi tempi, è la Withu relegata dall’inizio all’ultimo posto, figlio di nove ko uno dietro l’altro. Più d’uno i procuratori di tecnici che sondano su vari canali per proporre i rispettivi assistiti. Da quanto ci risulta la società non tende orecchi nemmeno per scambiare sommarie valutazioni. Da sempre sosteniamo che l’esasperante serie di sconfitte della squadra vanno ricercate sulla mancanza della classica pedina di categoria portatrice di punti ed esperienza. Per l’operazione rinascita sarebbe controproducente se si optasse per una rivoluzione dell’organico. Alla coppia di statunitensi (Easley-Purvis) e al regista Zugno accorderemmo piena fiducia.

In situazioni del genere assume molta importanza l’assistenza della società. Al riguardo la Withu dispone di Franco Meneghel con alle spalle parecchi tornei imbottiti di precarie problematiche. È solo il caso di ricordare il tormentato campionato di tre stagioni or sono, quando il team da fanalino di coda si salvò con le esaltanti sette vittorie consecutive. A collaborare a quel miracolo sportivo, in ambito dirigenziale, il presidente Massimo Lentsch con una presenza pressoché stabile. Parlando di coach Marco Calvani sappiamo per certo che ha, come si suol dire, in mano i giocatori, i quali lo assecondano puntualmente nel corso del lavoro settimanale in palestra. Stando così le cose, per quale motivo metterlo sotto accusa?

Pure Devis Cagnardi naviga in acque agitate. A turbarlo è il poker di flop del quintetto che dirige dalla panchina una volta subentrato a mastro Adriano Vertemati, rimasto a Treviglio la bellezza di nove anni. Nei confronti di Cagnardi non soffia, però, aria di tempesta in virtù della saggezza e lungimiranza di coloro che reggono le redini del club della Bassa. Del resto la Cassa Rurale, eccellenti titolari in organico a parte, è imbottita di under alle prese con fisiologiche evoluzioni tecniche. Un po’ di pazienza, dai!

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