Un 2003 ricco di gioie e dolori aspettando l’Olimpiade di Atene

E’ stato un anno sportivo di luci e ombre come sempre, ma la vigilia di un’Olimpiade storica, come sarà quella di Atene, vero ritorno alle origini, fa sì che il bilancio 2003 si trasformi in auspicio.

Annata magra di soddisfazioni per lo sport bergamasco: solo per citare le due realtà più seguite, la Foppa nel volley fallisce sia l’obiettivo Coppa sia lo scudetto, il Celana scompare nel basket e l’Atalanta retrocede malinconicamente in B dopo un doppio spareggio con la Reggina. Ma si rialza subito e finisce l’anno in testa al campionato cadetto con un AlbinoLeffe, protagonista di una straordinaria promozione a giugno, a metà classifica.

Proprio il calcio, è stato il più soggetto a queste luci e ombre: da un lato grandi risultati dei nostri club nelle coppe, Pallone d’oro vinto da un giocatore della Juventus, qualificazioni in carrozza agli Europei, dall’altro l’estate horribilis della Lega, gli scandali e i doppi calendari, una Serie B gonfiata a dismisura e i ripetuti ricorsi al Tar, oltre al peso ormai eccessivo delle tv, e la crisi economica di molti sodalizi come Roma-Lazio e per ultimo il Parma.

L’altra grande passione degli italiani, i motori, hanno invece regalato grandi gioie: in Formula 1 una grande Ferrari, ha regalato brividi, ma ha vinto ancora, evidenziando un bello quanto inedito spirito di squadra che ha svelato l’umanità di un campione che sembrava di ghiaccio come Schumacher. Grande stagione, l’ennesima, anche per Valentino Rossi che però ha festeggiato il suo Mondiale con il divorzio dall’Honda. L’ultima parte dell’anno in grande risalita pare anche lo sci, da anni alla ricerca degli eredi di Tomba Compagnoni. Con il trionfo in Val Gardena Simoncelli si è ritagliato uno spazio da leader insieme a Rocca, con Karbon e Putzer spericolate gigantesche rosa. Anche dal nuoto arrivano segnali confortanti con il prepotente ritorno di Rosolino: suo il tris di medaglie agli europei di Dublino. Risvegli pure dall’atletica: l’oro di Giuseppe Gibilisco nell’asta ai Mondiali di Parigi è qualcosa di storico per noi abituati sempre a guardare dal basso gli altri in questa disciplina. Si confermano poi il canottaggio, e la nazionale di scherma, mattatrice ai mondiali cubani. Ancora profondo rosso invece per il tennis, che tocca il punto più basso della sua storia, con l’ItalDavis retrocessa in serie C, dopo lo spareggio, perso con lo Zimbawe.

Anche l’ippica, va meno bene del solito: troppo pesante l’assenza di Varenne che sembra stia progettando un clamoroso ritorno, sempre che non si tratti di una trovata pubblicitaria. Solita certezza la pallanuoto, con due argenti: maschi secondi ai mondiali di Barcellona, (battuta dalla solita Ungheria) e tetto del mondo sfiorato anche dalle donne che cercavano il tris consecutivo ma si sono arrese in finale alle statunitensi. Anche il basket ha qualche rammarico per aver sfiorato gli Europei, mentre in casa nostra si assisteva al malinconico tramonto della Virtus Bologna, schiacciata dai debiti. Timidi segnali di rinascita li ha offerti il ciclismo: il doping non è sconfitto ma non avanza neppure più. Nel rugby ai progressi dell’Italia fa da contraltare l’esaltante finale mondiale Inghilterra-Australia, ancora di un altro pianeta. Dalla vela poi, la delusione più amara: Napoli non è stata prescelta per ospitare l’edizione 2007 di Coppa America, un evento che avrebbe potuto far scendere sul Vesuvio una montagna di miliardi.

In conclusione, il ritorno ad Atene con le Olimpiadi 2004 è l’emblema di un movimento, appesantito troppo da scandali e business, che deve ripartire da dove è nato: la speranza che questo luogo altamente simbolico riconduca lo sport alle sue origini anche etiche.

(26/12/03)

© RIPRODUZIONE RISERVATA